Cari adolescenti, semplicemente grazie

Cari adolescenti, semplicemente grazie

In queste settimane estive in parrocchia accade che migliaia di ragazzi trascorrano le loro giornate, dal mattino alla sera, prendendosi cura dei bambini, con gioia ed esuberanza. Non tutto andrà liscio, non tutti saranno all’altezza. Ma ci sono. E hanno «sete di fare» dentro le nostre comunità

Finisce la scuola e si aprono i cancelli di oratori e centri parrocchiali: è il tempo dell’oratorio feriale, o Grest, o campo estivo.

Per tutta la penisola si muovono all’ombra della comunità cristiana migliaia di bambini e migliaia di animatori, spesso adolescenti delle scuole superiori. Si tratta di un servizio prezioso che la Chiesa italiana offre alla collettività, soprattutto (ma non solo) a chi è maggiormente in difficoltà dal punto di vista economico e non può permettersi i soggiorni linguistici, o le giornate organizzate dalle amministrazioni comunali o da cooperative ed enti, che hanno proposte molto valide, ma spesso, giustamente, di maggior costo.

Il Grest è una porta aperta sulle fatiche delle famiglie che si trovano a dover gestire il tempo libero dalla scuola. Inutile illudersi che la scelta dei genitori sia dettata da motivazioni cristiane: lo sappiamo che non è così nella gran parte dei casi.

L’oratorio estivo è una finestra aperta sulla quotidianità delle famiglie: una Chiesa che offre un servizio buono a basso costo, dove trovano accoglienza bambini ed animatori di altre religioni, culture, etnie. Un arcobaleno di popoli.

Servizio prezioso, si diceva: ci sono gli educatori, a volte professionisti pagati dalla parrocchia, spesso adulti che dedicano le ore libere dal lavoro al corretto funzionamento dell’estate. Ci sono sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi. Tutti adulti che quasi sempre lavorano evangelicamente in pura perdita, dovendo anche “subire” le pretese di genitori esigenti su tutto, che non di rado vogliono servizi ottimi spendendo poco, genitori che sovente si mostrano solo da giugno a luglio.

E poi ci sono loro: quei tantissimi adolescenti che, per volontariato, si mettono a disposizione del Grest.
Con i loro difetti e i loro talenti, le loro capacità e i loro tentennamenti. Adolescenti che si divertono, ma si divertono servendo.

Questa è la vera grande esperienza formativa per tantissimi di loro dopo la scuola: un tempo donato, seguendo (più o meno fedelmente) la guida di qualche adulto. Adolescenti che avrebbero altro da fare oggi, quando le proposte non mancano: e infatti molti dei loro compagni di scuola magari stanno al parco, o in spiaggia, o altrove, tra un po’ di ozio e altre attività. Non che ci siano i più bravi e i meno bravi dentro o fuori il recinto ecclesiale: non è più tempo, fortunatamente, di queste sterili divisioni.

Però accade che migliaia di ragazzi trascorrano le loro giornate, dal mattino alla sera, prendendosi cura dei bambini, con gioia ed esuberanza.

Volete farvi passare un po’ di pessimismo per il futuro? Andate un pomeriggio in un oratorio ed osservate: non tutto andrà liscio, non tutti saranno all’altezza. Ma ci sono.

E fermiamoci a dire loro ‘grazie’ per questo esserci. Perché molti hanno sete di fare, e nelle comunità cristiane trovano, finalmente, in questi mesi, molto da fare, giocando ruoli da protagonisti.

Ci domanderemo dopo perché a settembre la maggior parte sparisce. Ma per ora, semplicemente, diciamo la nostra gratitudine a questi adolescenti, che sono capaci di servire divertendosi.

Grazie, per riconoscere che sono preziosi: senza di loro, non esisterebbe l’estate delle comunità cristiana.

Grazie, perché nonostante molti adulti che abitano le comunità, ci siete ancora.

Grazie, perché siete ancora in grado di coltivare fiducia.

Fonte: VinoNuovo | Sergio Di Benedetto