Filo diretto fra Paolo VI e Papa Francesco

Di suor Enrica Rosanna – comunità FMA di Concesio (BS)

Il 14 ottobre prossimo Papa Paolo VI, grande figlio della terra lombarda, sarà canonizzato da Papa Francesco.

Le affinità tra Papa Montini e Papa Bergoglio sono molte, anche per quanto riguarda le giovani generazioni. È bello riscoprirle nell’imminenza del prossimo Sinodo, che le vedrà protagoniste attive e responsabili.

Alla fine del Concilio Ecumenico Vaticano II, Paolo VI consegnò ai giovani e alle giovani del mondo un Messaggio che conserva ancor oggi tutta la sua attualità.

 “La Chiesa, durante quattro anni, ha lavorato per ringiovanire il proprio volto, per meglio corrispondere al disegno del proprio Fondatore, il grande Vivente, il Cristo eternamente giovane. E al termine di questa  «revisione di vita»; essa si volge a voi:

è per voi giovani, per voi soprattutto, che essa con il suo Concilio ha acceso una luce, quella che rischiara l’avvenire, il vostro avvenire. La Chiesa è desiderosa che la società che voi vi accingete a costruire rispetti la dignità, la libertà, il diritto delle persone: e queste persone siete voi.

… È a nome di questo Dio e del suo Figlio Gesù che noi vi esortiamo:

  • ampliate i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo;
  • siate aperti e generosi ad intendere l’appello dei vostri fratelli, ed a mettere arditamente le vostre giovani energie al loro servizio;
  • lottate contro ogni egoismo. …
  • rifiutate di dar libero corso agli istinti della violenza e dell’odio;
  • siate generosi, puri, rispettosi, sinceri;
  • costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale.

La Chiesa vi guarda con fiducia e con amore. Ricca di un lungo passato sempre in essa vivente, e camminando verso la perfezione umana nel tempo e verso i destini ultimi della storia e della vita, essa è la vera giovinezza del mondo. Essa possiede ciò che fa la forza o la bellezza dei giovani: la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste. Guardatela, e voi ritroverete in essa il volto di Cristo, il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell’amore, il compagno e l’amico dei giovani.  (7 dicembre1965)

Papa Francesco, nel Messaggio per la GMG del 13 aprile 2014, celebrata a livello diocesano, che aveva come tema “Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei cieli”, se pur con altre parole e in una società radicalmente cambiata, ha consegnato ai giovani gli stessi impegni.

  • Contate sulla forza rivoluzionaria delle Beatitudini.
  • Abbiate il coraggio di andare contro corrente.
  • Abbiate il coraggio della vera felicità! Dite no alla cultura del provvisorio, della superficialità e dello scarto, che non vi ritiene in grado di assumere responsabilità e affrontare le grandi sfide della vita!
  • Cercate di essere liberi nei confronti delle cose. Il Signore ci chiama a uno stile di vita evangelico segnato dalla sobrietà, a non cedere alla cultura del consumo. Abbiate il coraggio della sobrietà.
  • Rimettete al centro della cultura umana la solidarietà. Di fronte a vecchie e nuove forme di povertà – la disoccupazione, l’emigrazione, tante dipendenze di vario tipo –, siate vigilanti e consapevoli, vincendo la tentazione dell’indifferenza. Pensate anche a coloro che non si sentono amati, non hanno speranza per il futuro, rinunciano a impegnarsi nella vita perché sono scoraggiati, delusi, intimoriti.
  • Imparate a stare con i poveri. I poveri sono per noi un’occasione concreta di incontrare Cristo stesso, di toccare la sua carne sofferente.
  • Imparate dalla saggezza dei poveri! I poveri possono insegnarci tanto anche sull’umiltà e la fiducia in Dio.
  • Andate ad evangelizzare. Quando inviò i Dodici in missione, Gesù disse loro: «Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento» (Mt 10,9-10). La povertà evangelica è condizione fondamentale affinché il Regno di Dio si diffonda.

Questi messaggi sono per noi FMA e per tutti gli educatori e i genitori un invito da non disattendere. Dobbiamo accoglierli con gioia e responsabilità. Il futuro “bello” della società è anche nelle nostre mani.