Papa Francesco ci ha sorpreso di nuovo

da | 27 Gen 2015 | Genitori

Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2015

Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore

Come dire oggi, all’uomo ferito e deluso, che l’amore fra un uomo e una donna è una cosa molto buona?

Come far sperimentare ai figli che sono il dono più prezioso?

Come riscaldare il cuore della società ferita e provata per le tante delusioni d’amore e dir loro: forza, ricominciamo?

Come raccontare che la famiglia è il primo e significativo ambiente in cui si sperimenta la bellezza della vita, la gioia dell’amore, la gratuità del dono, la consolazione del perdono offerto e ricevuto, e dove si inizia ad incontrare l’altro.

La Chiesa oggi deve nuovamente imparare a raccontare quanto la famiglia sia un dono grande, buono e bello.

La comunicazione, una conquista umana

La comunicazione è in definitiva una conquista più umana che tecnologica. Il Papa non è preoccupato della dimensione tecnologica della comunicazione ma della dimensione umana.

La famiglia non è un oggetto sul quale si comunicano delle opinioni o su cui combattere battaglie ideologiche. Un modello astratto da difendere o attaccare invece che che una realtà concreta da vivere. Invece è il luogo dove tutti impariamo a ricevere e donare amore.

Il papa sottolinea la dimensione positiva. Non è un affermazione ingenua. Il Papa sa perfettamente i problemi che riguardano la dimensione famigliare. Eppure il Papa dice che la famiglia continua ad essere una grande risorsa, non solo un’istituzione in crisi.

La famiglia è il primo luogo dove impariamo a comunicare. La comunicazione si intreccia con il linguaggio del corpo. Il grembo che ci ospita è la prima scuola di comunicazione fatta di ascolto e contatto corporeo. L’incontro tra due esseri è la prima forma di comunicazione. Anche la famiglia è un grembo in cui si impara a comunicare nella diversità di generi e generazioni. La diversita dei membri è tanto più ricca quanto più ampio il ventaglio delle persone che la costituiscono.

Le stesse parole non le inventiamo, le possiamo utilizzare soltanto per come le abbiamo ricevute. In famiglia noi percepiamo la dimensione culturale delle parole che abbiamo ricevuto. La parola casa, nel contesto europeo, ha un contenuto ben diverso da quello di altri paesi: pensate a quello che significa “casa” per un bambino africano. Questo noi lo apprendiamo in famiglia.

Apprendiamo la capacità di comunicarsi e di comunicare. Apprendiamo l’autorità. Apprendiamo una cultura dell’incontro in termini di prossimità. Come si traduce la prossimità nei nuovi ambienti digitali? Chi comunica si fa prossimo, e il buon samaritano si fa carico di quel povero disgraziato che incontra lungo la strada.

Non esiste una famiglia perfetta.

Non esiste una famiglia perfetta. La famiglia non è una macchina. Ma è proprio nella famiglia dove le difficoltà e i limiti si superano. Dove impariamo cosa significa perdonare ed essere perdonati. Il perdono è comunicazione. Anche la preghiera è comunicazione. E’ da babbo e mamma che apprendiamo le prime preghiere. Parlando con le persone anziane chiedo se pregano qualche volta, rispondono: <<io sono abituato ancora a dire le preghiere che mi ha insegnao mia madre>>. Molto passa attraverso la mediazione esperienziale di babbo e di mamma.

Andare a trovare l’altro.

L’altra dimensione è tipica della visitazione. Visitare significa non rinchiudersi nei propri appartamenti. Andare a trovare l’altro. Anche la famiglia è viva se si apre oltre se stessa. Il Papa ci invita a dare conforto e speranza alle famiglie più ferite. E far crescere la Chiesa stessa che è famiglia di famiglie.

Spetta a babbo e mamma a fare entrare i figli nel contesto delle reti sociali!

E qui dobbiamo ammettere che abbiamo un limite. I dati europei mostrano che più del 73% dei nostri bambini e adolescenti navigano da soli in internete e nelle reti sociali. Babbo e mamma sanno dare quella sapienza che i ragazzini non possono avere. Oggi i nostri bambini sanno molto più di noi di tecnologia ma noi dobbiamo dare la visione sapienziale della dimensione umana in questo ambiente digitale in cui tutti noi cresciamo.

Impariamo nuovamente a raccontare.

Anche io lo voglio raccontare e vorrei che altri genitori si unissero alla mia voce per testimoniare nelle scelte quotidiane ciò in cui crediamo. Questo sito è stato aperto con questa missione: raccontare. La famiglia è un dono grande, buono e bello! Troviamo il modo per dire che la gratuità dell’amore, che si offrono gli sposi, avvicina tutti gli uomini a Dio ed è compito esaltante. Perché? Perché  porta a guardare la realtà vera dell’uomo e apre le porte al futuro, alla vita.

 

 

APPROFONDIMENTI

CHI SONO I PORTAVOCE:

– S.E. Mons. Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali;

– Prof.ssa Chiara Giaccardi, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo;

– Prof. Mauro Magatti, Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Dipartimento di Sociologia.

DOCUMENTAZIONE INTEGRALE

http://www.settimanadellacomunicazione.it/