Un musical salesiano tra Oratorio e discoteca

da | 26 Mag 2015 | Giovani

È cosa di cuore

Un Oratorio e una discoteca… due mondi apparentemente lontani, ma resi vivi da tante storie che si intrecciano in uno scontro di vacillanti convinzioni, in un incontro di esperienze che solo la condivisione può trasformare in occasioni di crescita.

È in questi luoghi che si incontrano alcuni giovani dalle esperienze famigliari più disparate che hanno lasciato nei loro occhi e sul loro cuore i segni di fatiche e gioie, di solitudini e abbracci, di incomprensioni e incontri, di scelte obbligate e sfide coraggiosamente intraprese. Tutto nel divenire travolgente e sconvolgente della fase di passaggio all’età adulta.

Guidati nella ricerca di sé da alcuni educatori profondamente convinti che ancora oggi il carisma e il metodo di Don Bosco siano una straordinaria risorsa per la formazione umana e spirituale dei giovani, dovranno fare i conti con se stessi, con il proprio passato e, soprattutto, con “l’altro” che hanno incontrato sulla loro strada, apparentemente così diverso, ma così assolutamente necessario a misurare la propria stoffa di uomini e donne costruttori di un mondo unito.

Un progetto teatrale pensato per le celebrazioni del bicentenario della nascita del “Santo dei Giovani”., un’attualizzazione del suo messaggio che risulti “viva” per chi interpreta e per chi assiste. Il tutto con una modalità di allestimento condivisa e partecipata dal pubblico per non tradire lo spirito di quel “teatrino” che Don Bosco desiderava fosse strumento educativo e non pura esibizione.

Un modo insomma di parlare e far fare esperienza di Don Bosco ai giovani con il loro modo di scrutare e filtrare la realtà, senza paura di contaminazioni frutto di quella attenta lettura dell’oggi di cui anche Don Bosco intuì la necessità per poter rendere decisiva ed efficace la sua azione educativa e salvifica: “amate ciò che amano i giovani, affinché i giovani amino ciò che amate voi”.

 

Gruppo Namasté

Matite nelle mani di Dio

Il gruppo di volontariato nasce, nel Giugno 2012, a seguito del successo riscontrato dalla rappresentazione del tradizionale musical di fine anno come idea per poter utilizzare lo strumento teatrale a fine benefici e di solidarietà al di fuori del contesto formativo-educativo condiviso da alunni e docenti del Centro.
Il gruppo che attualmente mette in scena i musical è formato da una trentina di ragazzi (per la maggior parte ex-allievi) che hanno deciso di prestare gratuitamente un po’ del proprio tempo e dei propri talenti per questa iniziativa di volontariato e crescita personale.

Un progetto che dà la possibilità ai nostri ragazzi di (ri)trovare sé stessi nel dono gratuito agli altri attraverso le qualità che ognuno può offrire nella propria preziosa diversità. Gli spettacoli sono realizzati con molto impegno e passione dai ragazzi (dai 15 ai 22 anni) del CIOFS/FP di Pavia, opera attiva all’interno dell’Istituto Maria Ausiliatrice, e nascono dai laboratori artistico-teatrali opzionali attivati ogni anno presso il Centro e finalizzati alla ri-motivazione personale tramite l’esplorazione e la conoscenza di sé e delle proprie risorse artistiche e relazionali, nonché alla realizzazione di un musical da rappresentare in occasione della tradizionale Festa del Grazie di fine anno.

Attualmente abbiamo a disposizione 3 spettacoli simili dal punto di vista della tipologia, il musical, ma diversi rispetto ai contenuti e alle modalità di veicolazione del messaggio valoriale.
Il primo (in ordine cronologico di allestimento), “Namasté: matite nelle mani di Dio”, ha un impianto narrativo che presenta molti momenti di immediata provocazione per stimolare lo spettatore ad una diretta e profonda riflessione: uno spettacolo che provoca, adatto a giovani e adulti.
Il secondo, “Quello che non vedi”, trasmette un non meno significativo messaggio valoriale con una modalità narrativa più immediata e tradizionale che necessità di una lettura “tra le righe” e lascia allo spettatore più libertà di interpretazione: anche per bambini.
L’ultimo spettacolo allestito, “È cosa di cuore”, prova invece a coinvolgere lo spettatore in uno scambio di riflessioni ed emozioni che aiuti a creare un unico spazio scenico all’interno del quale condividere esperienze che dai giovani arrivino al cuore di adulti con il desiderio di essere “in ricerca” insieme a loro: per tutte le età.