San Vittore ai miei occhi

Fare misericordia in carcere

È  l’impegno di sr Ada che ogni giorno ascolta, saluta, sorride ai giovani detenuti. E prega così: “Gesù, Signore di bontà e misericordia, il mio saluto sia il tuo saluto, il mio sorriso il tuo sorriso…”

Mi è diventato ormai abituale, quando esco per le vie di Milano, la grande città, guardare il susseguirsi delle case e… pregare. Dentro ad ognuna, insieme alla gioia spensierata e rumorosa dei bimbi, c’è sofferenza, stanchezza, solitudine, paura, sfiducia, malattia, morte…

La mia meta è, quasi ogni giorno, Piazza Filangeri, 2. Anche lì mi attende una grande casa, una casa che racchiude le sofferenze del mondo. Man mano che mi avvicino, quando il primo, imponente portone meccanico si apre, saluto e sorrido all’agente che mi accoglie, ma il cuore solitamente prega: “Gesù, Signore di bontà e di misericordia, siamo arrivati, incominciamo! Il mio saluto sia il tuo saluto, il mio sorriso il tuo sorriso, il mio ascolto il tuo ascolto, le mie parole di conforto le tue parole, la mia presenza la tua dolce, gioiosa presenza che dona pace, speranza, amore, il tuo amore che sa arrivare al cuore e farlo sobbalzare, commuovere perché è un amore più grande di ogni peccato”.

San Vittore è una casa circondariale, una casa di passaggio. Tanti volti che ho conosciuto, oggi non ci sono più, ma ci sono ancora molti che mi aspettano, mi cercano, fanno richiesta di incontrarmi… altri, i “nuovi giunti che mi scrutano spauriti, mi studiano per comprendere se possono fidarsi, togliersi o almeno condividere il peso che portano in cuore”.

MARIO ( i nomi sono tutti di fantasia ) è “definitivo”.

Ha molti anni da scontare! Ubriaco ha investito una donna che attraversava la strada non sulle strisce pedonali e l’ha uccisa. S’è fermato, ha cercato di soccorrerla, ha chiamato l’ambulanza… ma non c’era più nulla da fare. E’ la prima volta che viene in carcere, è straniero, è solo e si dispera. Mi chiede di deporre 5 euro per lui: vuol telefonare alla sua famiglia e continua a ripetere parole di disperazione e di sconforto. Mi stringe le mani e mi sussurra tra le lacrime: “Non mi abbandonare!”.

LUCA è arrivato in questi giorni.

E’ questa una delle tante condanne avute: ha rubato, spacciato droga, fatto rapine, usato violenza… E’ giovane, ma quasi da sempre non ha avuto una fissa dimora e tanto meno ha saputo dare valore alla vita. La famiglia? La sua non esiste! L’affetto, l’aiuto? Non ne ha mai ricevuti! Ora però tutto è cambiato e ora deve rinunciare a ciò che finalmente ha incontrato: l’amore di Maria! Me la descrive questa ragazza e mentre lo fa, gli occhi gli si riempiono di lacrime. “Telefonale, dille che non mi abbandoni, che mi aspetti, dille che mi è rimasto poco tempo…, che uscirò presto…, che abbia fiducia perché il suo amore ha cambiato il mio cuore, ha dato un senso alla mia vita!”

MAURO è molto giovane ed è accusato di alcune rapine per comprarsi la droga.

Di fronte al dolore non ha saputo reagire ed ha cercato di dimenticare sprofondando nella droga, la grande malattia di tanti giovani. Prima è morto il fratello in un incidente ed era bravo , buono. Poi è morta, più di dolore che di malattia, la mamma e lui è rimasto solo, solo con la sua paura, la sua angoscia, la sua solitudine. Così ha iniziato la sua fuga nella “polvere bianca”! Sente il rimorso di non essere riuscito a dare conforto alla sua mamma, anzi d’esserle stato motivo di molte preoccupazioni. Cerco di dargli fiducia, di parlargli dell’amore di Dio. Gli assicuro che anche il SERT lo aiuterà ad uscire dal tunnel se lui lo vorrà… lo aiuterà a trovare una “comunità”, a diventare davvero un “giovane nuovo”. E’ commosso e mi sussurra: “Mandami un prete… voglio chiedere perdono a Dio, confessarmi”.

AHMED ha solo 22 anni, parla poco l’italiano ed è qui con una grave accusa.

Quella maledetta sera era rimasto in pizzeria fino alla sua chiusura poi, insieme al collega di lavoro giovane e straniero come lui, era uscito e lui era ritornato a casa. Tuttavia è accusato d’aver abusato, in quella notte, di una ragazza, d’averla picchiata… Continua a ripetere che lui non la conosce neppure, che lui era a casa…. Ma gli crederanno? Riuscirà a dimostrarlo?

MOUSTAFHA è straniero, ma vive in Italia da oltre 20 anni.

Lavorava in internet a livello internazionale ed è accusato d’aver favorito, dietro compenso, l’immigrazione. E’ seduto accanto a me, tiene gli occhi bassi, il viso è segnato dalla tristezza… La sua vera angoscia? Teme che ora i suoi compaesani vengano a sapere che lui è gay: verrebbe privato anche del saluto persino da papà e mamma. Piange! Quasi con un filo di voce afferma: “Sento attrazione per gli uomini, ma ne provo vergogna, per questo soffro molto….” Nel silenzio di queste piccole, inospitali celle, l’angoscia lo schiaccia, gli oscura la luce, quella luce che c’è anche in lui perché creatura amata da Dio.

Ogni martedì incontro LUCIANO, ANDREA, CARLO

Dovrei usare il femminile e con loro lo uso perché ho davanti agli occhi delle belle “ragazze”, a volte in tenuta anche molto succinta… L’accusa è quasi per tutte, droga, prostituzione. Essere prostituti/e è il loro mestiere, ma quando mi parlano mi rendo conto d’aver davanti a me persone ferite, frustrate, sofferenti che meritano solo pietà, aiuto, affetto vero, fraterno.

Penso a ROBERTO

I lineamenti gentili, davvero femminili, tradiscono un vissuto saturo di dolore. Ha anche tentato il suicidio, ma ora mi dice che vuol dare una svolta alla sua vita. Stringendomi forte le mani singhiozza, piange per la sua vita e piange per aver offeso Dio. Dentro di me forte affiora un interrogativo: “ Ho mai pianto io tante lacrime per aver offeso il mio Dio?” La Parola evangelica “…le prostitute vi passeranno davanti”, mai mi è risuonata dentro con tanta chiarezza! Trans, gay, ladri, assassini… Ora sento di guardarli con occhi diversi, ora mi viene spontaneo chiedermi: “Come si comporterebbe Gesù oggi, con ciascuno di loro?”

Forse non siamo chiamati a dire come il papà di Antonio: “Mio figlio ora è morto… o non lo conosco!” Forse siamo chiamati a sentirci peccatori e figli di un unico Padre che immensamente, gratuitamente ci ama, ci perdona tutti e sempre!

Sr Ada, Figlia di Maria Ausiliatrice