Vocabolario e pratiche del Giubileo

“Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi”

Il nostro Dio è un Dio misterioso ma incarnato, tanto che leggiamo la sua Parola sotto forma di libro. Crediamo in un Dio invisibile, eppure lo adoriamo sotto la specie del pane. Crediamo in un Dio totalmente altro, eppure ne conosciamo il nome di uomo e sappiamo che è nostro Padre. Il nostro Credo, insomma, la nostra fede cristiana vive di questo duplice, inscindibile, movimento: ti fa alzare gli occhi al cielo, ma ti fa camminare per terra; ti fa pensare all’eternità, ma ti lega con forza al tuo tempo; ti fa considerare nulla tutte le cose che sono, ma ti fa risplendere la vita al loro servizio.
Questa è l’essenza della Misericordia, è il profumo che ti fa accorgere, che ti fa respirare. Che ti aiuta a scoprire un Vangelo incarnato, non più solo libro ma, soprattutto, Gesù il Signore: VIA, VERITÀ E VITA.
Nella bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, “Misericordiae Vultus” (= MV), al n. 1 Papa Francesco dice: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth […]”.
Al n. 3 poi afferma il senso, quindi, il significato di questo Giubileo Straordinario della Misericordia: “tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. La testimonianza dei credenti, infatti, è opportuna nei momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre”. Date del Giubileo: Inizio: 8 dicembre 2015 (MV,3) – Conclusione: 20 novembre 2016. (MV,n. 5)

Perché inizia l’8 dicembre 2015?

MV,4: “Ho scelto la data 8 dicembre perché è carica di significato per la storia recente della Chiesa. Aprirò infatti la Porta Santa nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. La Chiesa sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia […]. Tornano alla mente le parole cariche di significato che San Giovanni XXIII pronunciò all’apertura del Concilio per indicare il sentiero da seguire: «Ora la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore […]».

Perché si conclude il 20 novembre 2016?

È la Domenica conclusiva dell’anno liturgico con la solennità di Gesù Cristo Signore dell’universo, per cui “chiudendo Vocabolario e pratiche del Giubileo” misericordiosi come il padre Estate 2015 | 51 la Porta Santa avremo anzitutto sentimenti di gratitudine e di ringraziamento verso la SS. Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia (MV,5). Alla Signoria di Cristo viene affidata la vita della Chiesa, l’umanità intera e il cosmo.

Qual è il desiderio di Papa Francesco in questo anno della misericordia?

Gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi”. Il Giubileo, nella sua storia, si è arricchito di segni che attestano la fede e aiutano la devozione del popolo cristiano.

Porta Santa = Porta della Misericordia

La prima porta santa si aprirà a San Pietro l’8 dicembre 2015, “Sarà in questa occasione una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza”(MV,3). Le altre “porta santa” saranno aperte nella 3a domenica di Avvento (13.12.2015) a San Giovanni in Laterano (cattedrale di Roma) e nelle Basiliche papali. “In questa stessa domenica saranno aperte in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia” (MV,3). Il Vescovo di ogni diocesi potrà aprire anche nei “Santuari, mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione” (MV,3). Il segno della “porta santa” (Porta della Misericordia) evoca il passaggio che ogni Cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia.
Nessuno può avere accesso al Padre se non per mezzo di Gesù (Gv 10,7), e noi sappiamo che il Cristo è il Volto della Misericordia del Padre. Attraverso la porta santa, la porta della misericordia, Cristo ci immetterà più profondamente nella Chiesa, suo Corpo e sua Sposa. “Con questi sentimenti di gratitudine per quanto la Chiesa ha ricevuto e di responsabilità per il compito che ci attende, attraverseremo la Porta Santa con piena fiducia di essere accompagnati dalla forza del Signore Risorto che continua a sostenere il nostro pellegrinaggio” (MV,4).

Il Pellegrinaggio

Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza” (MV,14). Esso riporta alla condizione dell’uomo che ama descrivere la propria esistenza come un cammino.
“La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata […]. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio” (MV, 14). Esso evoca il cammino personale del credente sulle orme del Redentore: è esercizio di ascesi operosa, di pentimento per le umane debolezze, di costante vigilanza sulla propria fragilità, di preparazione interiore al rinnovamento del cuore.
Il pellegrinaggio ha delle tappe attraverso le quali è possibile Vocabolario e pratiche del Giubileo Pratiche di giubileo | dossier 6 Schede di lavoro 52 | npg dossier raggiungere la meta e ci vengono indicate da Gesù in Lc 6,37-38.

L’Indulgenza

L’indulgenza è un altro segno particolare del Giubileo, anzi uno degli elementi costitutivi dell’evento.
In essa si manifesta la pienezza della misericordia del Padre, che a tutti viene incontro con il suo amore, espresso in primo luogo nel perdono delle colpe. Così il Codice di diritto canonico al canone 992 la spiega: “È la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa la quale, come ministro della redenzione, dispensa e applica autoritativamente il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi” L’Anno Santo della Misericordia accentua di un rilievo particolare il segno dell’indulgenza. “Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini. Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distruggere il peccato degli uomini. Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la mediazione della Chiesa […]. La misericordia di Dio però è forte anche di questo. Essa diventa indulgenza del Padre che attraverso la Sposa di Cristo raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato, abilitandolo ad agire con carità, a crescere nell’amore piuttosto che ricadere nel peccato” (MV, 15).

La Carità: le opere di misericordia corporale e spirituale

Un segno della misericordia di Dio, oggi particolarmente necessario, è quello della carità. “È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina” (MV,15). Oggi in tempo di forte disagio sociale ed economico, il Giubileo della misericordia è un ulteriore richiamo alla conversione del cuore mediante il cambiamento della vita.
Ricorda a tutti che non si devono assolutizzare né i beni della terra, perché essi non sono Dio, né il dominio o la pretesa di dominio dell’uomo, perché la terra appartiene a Dio e sola a Lui.

La memoria dei martiri

La vita cristiana comporta condivisione della Passione di Gesù, senza compromessi e tergiversazioni. Comporta e richiede eroismo. È una vita forte, giocata tutta a caro prezzo. La persecuzione entra nell’orizzonte della dismisura dell’avventura cristiana. La memoria dei martiri è un segno eloquente della verità dell’amore cristiano.
Il cristiano di oggi, accogliendo la misericordia del Padre, testimoniato dal Martire, per eccellenza, il Signore Gesù, ed effusa nell’azione dello Spirito Santo ai martiri, fa suo il messaggio di coloro che hanno annunciato il Vangelo dando la loro vita per amore. Sa riconoscere e fare memoria dei martiri di oggi presenti nelle diverse parti del mondo. Il martire, infatti, soprattutto ai nostri giorni, è segno di quell’amore più grande che compendia ogni altro valore.

Don Andrea Bozzolo, Catechesi Giovani Torino