“Giù dai colli”

31/01/1888 è una data che tutti noi dovremmo conoscere, ricordare. Una data che ci unisce.

Oggi è la Festa del nostro Don Bosco, il nostro Padre, Maestro e Amico.

Parlando qui di musica, non possiamo che ricordare come lui l’abbia sempre messa al centro di tutto: in oratorio, lungo le passeggiate, durante le feste, durante la Messa.

Ho pensato molto a quale canzone su lui poter condividere oggi. Ce ne sono tante, troppe. Ogni canzone avrebbe il suo perchè, potrebbe raccontare qualcosa e darci qualcosa.
Ma c’è una canzone che in tutti gli ambienti salesiani è stata cantata più e più volte. Che personalmente è stata la prima che ho sentito cantare già da piccolo, e che unisce i ragazzi giovani e quelli meno giovani tutti insieme in canto..

Chi non conosce “Giù dai colli”?? Conosciuta soprattutto come “Don bosco ritorna”. Quante volte l’abbiamo sentita e cantata… Ma pochi ne conoscono le origini…

Questo Inno nacque alla vigilia del 9 Giugno del 1929, quando le spoglie di Don Bosco vennero traslate da Valsalice (dove Don Bosco venne inizialmente sepolto presso la casa di formazione salesiana,) a Valdocco. Fu musicato per l’occasione dal salesiano Don Michele Gregorio su parole di Don Secondo Rastello
E una testimonianza di quei momenti ci giunge ancora oggi da don Guido Bosio, docente in quei tempi proprio a Valsalice:
«Ricordo una marea di folla, che si divideva in due ali per far passare il corteo da Valsalice fino a Valdocco. Un numero incalcolabile di persone. Per l’occasione don Rastello aveva preparato il canto «Giù dai colli» che, partendo dalla giovinezza di don Bosco, narrava infine anche la discesa dal colle di Valsalice verso Torino («Oggi o padre non più solo… dei tuoi figli immenso stuolo») seguito da tanti fedeli. È come una foto ben stampata nella mia memoria, insieme a tante altre che fanno di Valsalice una delle case con maggiore tradizione salesiana»

GIÙ DAI COLLI

Giù dai colli un dì lontano
con la sola madre accanto
sei venuto a questo piano
dei tuoi sogni al dolce incanto.
Ora, o Padre, non più solo
giù dai colli scendi ancora,
dei tuoi figli immenso stuolo
t’accompagna a tua dimora.

Don Bosco ritorna tra i giovani ancor,
ti chiaman frementi di gioia e d’amor.

Sul tuo colle appare, o Santo,
la casetta di famiglia.
Meraviglia: or vedi accanto
grande tempio, grande altare.
Ci ricorda il tuo natale,
i tuoi sogni, il tuo lavoro.
La sua guglia in alto sale,
custodisce un gran tesoro.

Da ogni parte osserva, o Padre,
quanti giovani in preghiera.
Tu li affidi a dolce Madre
perché ognuno arrivi a sera.
Oltre i mari, oltre i monti
t’invochiamo, Padre santo.
Fino agli ultimi orizzonti
lieto echeggia il nostro canto.