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Dicembre 2016dall’ispettoriaPrendere qualcosa dall’essenzialità della grotta; prendere qualcosa dalla premura affettuosa di Maria; prendere qualcosa dallo stupore responsabile di Giuseppe.Entrare nel Presepe, prendere e portare via con noi qualcosa che possa spingerci a trasferire nel nostro mondo e nella nostra casa i frutti del Natale.Le parole di Joseph Folliet, citate poco sopra, ci invitano a guardare avanti: in fondo, al centro del Presepe c’è un bambino; e il bambino è essenzialmente un concentrato di speranza e di progetti.E allora ci attende un Natale di speranza perché:• La notte ha il suo fascino, ma noi siamo chiamati ad abitare l’aurora con il suo carico di speranza.• L’inverno ha il suo carico di vita che pulsa nelle piante, ma c’è bisogno della primavera perché i frutti vengano fuori.• L’Avvento ha il suo carico di attese, ma ecco il Natale, il presepe e soprattutto Gesù che dice ad ognuno di noi di portare via dal Presepe qualcosa da spandere come un profumo dove il Signore ci mette. E il nostro mondo, lo sappiamo, ha bisogno di uomini e donne che sappiano spandere l’odore audace della novità, che Gesù comunica in maniera abbondante a chi ascolta la sua ParolaIl nostro mondo ha bisogno di uomini e donne che sappiano tirare le conclusioni da quello che è avvenuto a Natale: un giorno nel quale Dio ha preso residenza sulla terra e non l’ha più ritirata, per accompagnare ogni nostro sforzo per rendere più bella la nostra Chiesa e il nostro territorio, per rendere visibile la pace qui e ora!Buon Natale a tutti!Sr Maria Teresa Coccodall’ispettoriapag.3


































































































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