4^ Domenica dopo Pentecoste

28 giugno 2020 – Anno A

Vangelo di Luca 17,26-30.33

Commento di suor Susanna Anzini, FMA

 

Il vangelo di questa domenica ci pone di fronte alla prospettiva della fine dei tempi. Già la prima lettura ci introduce in questo argomento presentandoci Dio che comunica a Noè la sua decisione di distruggere la terra, invitandolo a costruire un’arca per salvarsi assieme alla sua famiglia.

Ciò che gli uomini facevano ai tempi di Noè (mangiare, bere e sposarsi) e ai tempi di Lot (mangiare, bere, comprare, vendere, piantare e costruire) non sono di per sé azioni negative, ma la negatività è data dal fatto che sono tutte svolte nell’unica prospettiva dell’io. Ognuno pensa per sé, cerca di salvare la propria vita, facendo ciò che è vantaggioso, senza rendersi conto degli altri. Tutto questo ci porta a vivere una vita piena di affanni, di corsa, pensando solo a raggiungere il proprio scopo, spesso generando ingiustizia e miseria per gli altri.

La frase finale del vangelo, però, ci avverte che così facendo in realtà perdiamo la nostra vita, mentre è solo spendendola per gli altri, che possiamo davvero guadagnarla, mantenerla davvero viva.

Credo che questi tempi che abbiamo vissuto ci abbiano regalato davvero tante testimonianze di persone che hanno concretamente saputo spendere e perdere la propria vita per gli altri. Di fronte a questi numerosi esempi di eroicità quotidiana, spesso vissuta anche nel silenzio e nel nascondimento di chi semplicemente compiva il proprio dovere con zelo e abnegazione, abbiamo delle responsabilità in più.

Siamo un po’ come Noè sceso dall’arca: abbiamo la possibilità di ripartire dopo mesi in cui ci è stata data, come mai prima, la possibilità di fermarci a riflettere. Sta a noi scegliere se rincominciare a vivere come prima, pensando solo a noi stessi e ai nostri interessi, oppure se cambiare davvero, rendendoci conto degli altri intorno a noi, decidendoci a spendere la vita per il bene.