Il dono di Gesù

Concludiamo questo ciclo di riflessioni con le ultime righe di questo splendido documento, che Papa Francesco riserva a Maria,

A noi che in questi mesi abbiamo timidamente avviato una riflessione, dando un modesto contributo alla ricchezza che sprigiona la Evangelii Gaudium, piace terminare questa serie di articoli con l’articolo numero 7. Siamo biblici e l’idea di concludere questo ciclo con il numero della pienezza, del compimento ci rende felici…
Tanto più se lo terminiamo proprio con le ultime righe di questo splendido documento, che papa Francesco riserva a Maria, colei che proprio oggi 24 maggio veneriamo col titolo di Aiuto dei cristiani. Devozione tanto cara a Don Bosco e liturgicamente considerata Solennità per la famiglia religiosa da lui fondata.

Di Maria ogni parola è un di più.

Nel suo silenzio, nel suo nascondimento, nel suo “semplice” fiat ci sta tutta la storia dell’umanità che a Lei si affida e che tocca con mano la sua disarmante potenza: l’amore.
Papa Paolo VI aveva già proposto Maria Stella della nuova evangelizzazione e nella Lumen Gentium, parlando di Lei quale modello della fede, della speranza e appunto dell’amore. Di lei dice anche essere il primo aiuto che conduce ai discepoli al Maestro (Cfr. LG 52-68) . Oggi possiamo ben dire dunque che è l’Ausiliatrice.

Maria è dunque colei che aiuta a far incontrare il Figlio Gesù; è Il dono di Gesù al suo popolo (EG 285) In tal senso Papa Francesco aggiunge:

Sulla croce, quando Cristo soffriva nella sua carne il drammatico incontro tra il peccato del mondo e la misericordia divina, poté vedere ai suoi piedi la presenza consolante della Madre e dell’amico. In quel momento cruciale, prima di dichiarare compiuta l’opera che il Padre gli aveva affidato, Gesù disse a Maria: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse all’amico amato: «Ecco tua madre!» (Gv 19,26-27). (EG 285)

Gesù in croce consegna a Giovanni e all’intera umanità la creatura che lo ha messo al mondo, che lo ha custodito in grembo trasformando poi una stalla dimessa di Betlemme in un reggia capace di dare i natali al Re dei Re.

Gesù in croce ci lasciava sua madre come madre nostra. Solo dopo aver fatto questo Gesù ha potuto sentire che «tutto era compiuto» (Gv 19,28).

Nelle parole che seguono sempre in EG 285 Papa Francesco ci apre ad una vocazione più ampia di Maria, quella propria di chi nella sua vita luminosa evangelizza. Prosegue infatti dicendo:

Cristo ci conduce a Maria. Ci conduce a Lei perché non vuole che camminiamo senza una madre, e il popolo legge in quell’immagine materna tutti i misteri del Vangelo.

Ciò che avviene quando recitiamo il Rosario è proprio questo rileggere attraverso la continua intercessione di Maria, la Buona Notizia del Figlio Gesù. Ecco perché

Al Signore non piace che manchi alla sua Chiesa l’icona femminile. Ella, che lo generò con tanta fede, accompagna pure «il resto della sua discendenza, […]

A questo punto la redazione si ferma e non si addentra in riflessioni teologiche sul ruolo della donna nella Chiesa. Sappiamo della riflessione in atto e quanto essa stia a cuore a Papa Francesco. Resta comunque quel primato mariano che insieme a quello petrino determina la fisionomia alla Chiesa. Ci basti, dunque, ribadire quanto accennato sopra e ben definito in EG 286 quando si ricorda che:

Maria è colei che sa trasformare una grotta per animali nella casa di Gesù, con alcune povere fasce e una montagna di tenerezza. Lei è la piccola serva del Padre che trasalisce di gioia nella lode. È l’amica sempre attenta perché non venga a mancare il vino nella nostra vita. È colei che ha il cuore trafitto dalla spada, che comprende tutte le pene. Quale madre di tutti, è segno di speranza per i popoli che soffrono i dolori del parto finché non germogli la giustizia… Come una vera madre, cammina con noi, combatte con noi, ed effonde incessantemente la vicinanza dell’amore di Dio.

In questa gioiosa visione di testimoniare la Buona Notizia che papa Francesco fa scorrere in tutta la EG, Maria viene ribattezzata, Stella della Nuova Evangelizzazione, poiché in lei si riconosce uno stile del tutto particolare:

Vi è uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. Guardando a lei scopriamo che colei che lodava Dio perché «ha rovesciato i potenti dai troni» e « ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,52.53) è la stessa che assicura calore domestico alla nostra ricerca di giustizia. È anche colei che conserva premurosamente «tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili. (EG 288)

In questo tempo pasquale ormai prossimo alla Pentecoste, chiediamo aiuto a Maria perché alla sua scuola impariamo a riconoscere le orme dello Spirito Santo ( i cui doni sono 7…) nei piccoli e grandi avvenimenti della nostra vita e lasciamo che sia lei ad accompagnarci come solo sa fare e può fare una madre. Dunque con lei avanziamo fiduciosi dicendole:

Vergine e Madre Maria,
tu che, mossa dallo Spirito,
hai accolto il Verbo della vita nella profondità della tua umile fede,
totalmente donata all’Eterno,
aiutaci a dire il nostro “sì” nell’urgenza, più imperiosa che mai,
di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.

Tu, ricolma della presenza di Cristo,
hai portato la gioia a Giovanni il Battista,
facendolo esultare nel seno di sua madre.
Tu, trasalendo di giubilo, hai cantato le meraviglie del Signore.
Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce con una fede incrollabile,
e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione,
hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito
perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.

Ottienici ora un nuovo ardore di risorti
per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte.
Dacci la santa audacia di cercare nuove strade
perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne.

Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione,
madre dell’amore, sposa delle nozze eterne,
intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima,
perché mai si rinchiuda e mai si fermi
nella sua passione per instaurare il Regno.

Stella della nuova evangelizzazione,
aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione,
del servizio, della fede ardente e generosa,
della giustizia e dell’amore verso i poveri,
perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra
e nessuna periferia sia priva della sua luce.

Madre del Vangelo vivente,
sorgente di gioia per i piccoli, prega per noi. Amen. Alleluia.

È bello concludere la nostra riflessione con la preghiera, è bello pregarla con voi il 24 maggio. Ancor più è bello pensare di aver ricevuto un dono grande, l’ultimo di un Cristo morente è la Madre: la Vita. Questa è la Buona Notizia.

Maria Aiuto dei Cristiani e Stella della Nuova Evangelizzazione, prega per noi.