Rispetto per la verità

da | 6 Ott 2016 | Proposte

Il videomessaggio di ottobre di Papa Francesco.

“Perché i giornalisti, nello svolgimento della loro professione, siano sempre animati dal rispetto per la verità e da un forte senso etico”.

Le intenzioni di preghiera del Papa Francesco per questo mese di ottobre 2016 pongono al centro i giornalisti, una professione, sottolinea il Papa nel proprio video, che ha un ruolo fondamentale nella costruzione del bene dell’umanità e del pianeta.

È importante creare una coscienza collettiva che valorizzi il ruolo dei giornalisti al servizio della cultura dell’incontro: ci sono molti modi di fare notizia e molti modi di dire le notizie. Il giornalista, spiega il Pontefice, sia animato dal rispetto della verità e da un forte senso etico, solo così potrà trasformare davvero la sua professione in una missione per il bene comune.

Spesso mi chiedo mi chiedo: come i mezzi di comunicazione possono mettersi al servizio di una cultura dell’incontro?“, si domanda il Papa all’inizio del suo videomessaggio. Dobbiamo prendere coscienza, continua il Santo Padre, “abbiamo bisogno di informazioni che portino alla concordia per il bene dell’umanità e del pianeta”.

Per questo, durante questo mese di ottobre, il Vescovo di Roma, invita i fedeli ad unirsi a lui in questa intenzione di preghiera: “perché i giornalisti, nello svolgimento della loro professione siano sempre animati dal rispetto per la verità e da un forte senso etico”.

Del resto, come già aveva anticipato durante l’Udienza al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti italiano del 22 settembre scorso, “il giornalismo non può diventare un’’arma di distruzione’ di persone e addirittura di popoli. Né deve alimentare la paura davanti a cambiamenti o fenomeni come le migrazioni forzate dalla guerra o dalla fame“.

L’auspicio, dunque, è che “il giornalismo sia uno strumento di costruzione, un propulsore di bene, un acceleratore di processi di riconciliazione; che sappia respingere la tentazione di fomentare lo scontro, con un linguaggio che soffia sul fuoco delle divisioni, e piuttosto favorisca la cultura dell’incontro”.