Violenza? Una proposta educativa

Di sr Cristiana Maria Dobner

Molteplici sono le forme di violenza che possono colpire ogni persona e la fanno, quanto meno, traballare o sussultare.

Violenza fisica in cui prevale la forza bruta e una dose di selvaggia rabbia.
Violenza verbale che rende ogni parola, ogni espressione più acuta di una coltellata ben diretta.
Violenza psicologica in sottili tecniche di adescamento e di sottomissione messe in atto per assoggettare.
Violenza del silenzio nella verità calpestata tacendo elementi e prove.

Si potrebbe continuare ad analizzare, più importante però è focalizzare la ragione della violenza e il suo bersaglio. Se consideriamo la storia dell’umanità e, al suo interno, la storia della donna ci si rizzano in capo letteralmente i capelli: la donna ridotta a “cosa” che si può vendere, scambiare, annullare, troppo spesso con l’avvallo dalla legge.

La violenza sessuale poi apre un altro panorama umano e psicologico. Non passa giorno in cui non si abbia notizia di qualche donna abusata.
Indubbiamente viviamo in una società permissiva e scadente, i valori si sono dissolti e ogni azione non è pilotata o considerata attentamente dal pensiero, sia esso laico o religioso. L’indagine sociologica è chiara e le sue cifre lo sono altrettanto. La donna oggi reagisce e porta alla luce quanto, per tanti motivi, un tempo veniva taciuto in nome di una dignità, fuor di dubbio, male intesa.

Chiedere una ricetta per sanare la situazione rasenta una follia utopica. Non per questo però si deve gettare la spugna e arrendersi.

Non mancano donne che, a testa alta, testimoniano con vigore quanto sia doloroso e distruttivo subire violenza. Donne che non si esibiscono alla ricerca di una qualche vana possibilità di fama ma che desiderano soltanto educare, insegnare, contagiare. Tutto passa nei rapporti quotidiani più semplici, in cui riconosciuta la differenza fra uomo e donna, questa viene elevata a dono reciproco, a fonte di crescita armoniosa.

Inizia, nell’esperienza di ciascuna persona, fin dalla primissima infanzia proprio fra le mura domestiche: padre e madre si dimostrano pienamente responsabili della loro umanità e plasmano le posture profonde dei loro piccoli?

L’ambito della scuola è determinante, non solo perché corre parallelo allo sviluppo del bambino e dell’adolescente ma perché getta le basi dell’intendersi, dal valutarsi correttamente, del prendere parte a quel progetto che può risultare entusiasmante cioè la costruzione della nostra società, quella in cui viviamo il lasso di tempo donatoci.

Per chi crede e guarda se stesso e se stessa nell’ottica di un pellegrino e pellegrina nella storia scattano simbologie e realtà ancora più profonde. La violenza che può scatenarsi, magari anche improvvisa, in ogni persona non si sedimenta in un attimo, è frutto di un accrescersi antico che poggia su basi fragili.

Ancora una volta il problema è educativo ma, in questa direzione, la fonte è la vita sacramentale in cui viene donata la capacità ricettiva di accogliere l’amicizia di Dio, di camminare con Lui sempre e sviluppare una persona rispettosa.