3^ Domenica di Quaresima – Anno B

3^ Domenica di Quaresima – Anno B
7 marzo 2021
Vangelo di Giovanni 8,31-59
Commento di suor Chiara Papaleo, FMA

 

Ho fatto fatica a leggere questo Vangelo, Gesù. È lungo, ed è un discorso nel quale io non c’entro. Non nel senso che non mi riguarda, ma nel senso che non trovo spazio per “sedermici dentro e ascoltare”. Tante parole, quante parole! Quanti giri di parole!
E allora penso a Te, a Te che sei la Verità: oso immaginare che ti sia venuta voglia di respirare forte, che ti mancasse l’aria in quei discorsi tesi a difendere una libertà dal sapore ferroso delle catene, e a trattenere viscidi gusci di bugie dai quali fugge, scomoda e lieta, la verità.
“Se voi dimorate nella mia parola siete veramente miei discepoli e conoscerete la verità e la verità vi libererà”, così dice la traduzione fedele al testo greco.
Conoscere: è il verbo biblico dell’intimità. Mi viene in mente San Paolo: “Tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore” (Fil 3, 8). Conoscere è quella cosa che ti fa dire “mio” al Signore. Allora la Verità è una persona da conoscere, un uomo da incontrare. E per conoscere la verità che è Cristo devo lasciar perdere, aver coraggio di perdere, anche ciò che reputavo un guadagno. Se ti avessero potuto ascoltare anche questi giudei, Paolo! Ma non è una questione di rinuncia, non è questione di abdicare alla nostra libertà, anzi, e questione di incontrarla, la libertà.
Ma come si fa a conoscerti, mio Signore? Tu mi dici che devo dimorare nella tua parola. Perché tu lo sai che noi viviamo della parola che abbiamo dentro. La Parola dove stiamo, è quella che governa la nostra esistenza e noi diventiamo quella Parola.
Per essere tuoi discepoli, Signore, allora non basta volerti un po’ di bene, è una necessità dell’amore dimorare nella tua Parola.

Se è vero che la parola “verità” ricorre 7 volte, non si può non notare che la parola “padre” ricorre 14 volte. E proprio dentro la parola “padre” si incontra la verità e la libertà.
Perché la mia verità è che tu, mio Signore, sei mio Padre. Ed io sono libera grazie al tuo amore. Io sono amata dal Padre, per quello che sono, dentro le mie contraddizioni, dentro le mie strettezze, le mie logiche fragili, le mie vergognose debolezze. Scoprire questa verità è trovare la libertà, perché uno non è libero fino a quando non si sente accettato e amato. Ecco cosa vuol dire: “La verità vi farà liberi”. È l’esperienza più bella della vita!

Arrivata alla fine di questa pagina di Vangelo mi accorgo che abbiamo respirato insieme, Gesù.
E allora va via quell’affanno di voler per forza trovare un posticino per me in questa pagina evangelica. A me interessa sapere quale posto hai avuto tu, a me interessa conoscere te dentro queste righe di Vangelo. Fa’ che io ti segua, fa’ che io ti conosca e mi scopra profondamente conosciuta da te. Signore, fa’ che io mi nasconda con te, e con te esca dal tempio. Ecco il mio posto. È lì che voglio stare, Gesù. Con te, “perché dove andrai tu andrò anch’io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio” (Rt 1, 16).