Anno Pastorale 2020-2021

da | 1 Set 2020

PROPOSTA PASTORALE 2020-2021

NEL CUORE DEL MONDO – “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare” #LIVEthedream

 

La Proposta Pastorale 2020-2021 inizia un nuovo percorso triennale dell’Italia Salesiana.

Alcuni anniversari di famiglia ed eventi di Chiesa rilevanti hanno orientato nel discernimento: innanzitutto il sogno dei nove anni, di cui nel 2024 ricorre il duecentesimo anniversario; poi i 400 anni della morte di san Francesco di Sales e i 150 anni della fondazione dell’Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice nel 2022; non ultima la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Lisbona nell’estate del 2023.

Il triennio incomincia chiarendo la nostra posizione nel mondo: “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare” dice la donna vestita di luce al piccolo Giovannino. Proprio nel bel mezzo di un cortile deve esprimere il meglio di sé e proprio “nel cuore del mondo” sta la missione salesiana.

 

NEL CUORE DEL MONDO – “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare” #LIVEthedream

è incentrata sul “mondo” per indurre a compiere un serio “bagno di realtà” approfondendone le dinamiche sociali, economiche, ecologiche, politiche e riconoscendo che il Regno di Dio nasce e cresce in mezzo agli uomini e mai altrove, in quanto «la grazia suppone la cultura, e il dono di Dio si incarna nella cultura di chi lo riceve»[1].

La missione della Chiesa non è autoreferenziale, ma è una chiamata a svolgere la sua azione nel cuore del mondo, divenendone l’anima: un mondo che Dio ha tanto amato da mandare il suo Figlio, come ben afferma l’evangelista Giovanni[2].  In questo modo ci si associa anche con la Strenna dell’anno 2020, che chiede a tutti di essere “buoni cristiani e onesti cittadini”, evidenziando che proprio l’essere cristiani include al suo interno un impegno di cittadinanza responsabile.

Questo tema è stato scelto prima ancora che questo mondo fosse “ribaltato” dalla drammatica esperienza della pandemia che ha smascherato le “pandemie invisibili” dalle quali eravamo già contagiati. Alcune parole del papa ci richiamano questa verità:

“La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità.

“Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”.

Proprio questo mondo è il luogo che Dio ha scelto di abitare.

Un mondo che, come dice il papa, “Tu ami più di noi”. “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio”.

Sicuramente portiamo nel cuore tutti gli interrogativi del presente e del prossimo futuro. Di una cosa siamo già consapevoli: il tempo vissuto in quarantena, in cui la parola “coronavirus” è entrata prepotentemente nelle nostre case, ha inciso sia nella nostra vita che nella vita dei nostri destinatari. Non dobbiamo perdere l’opportunità di prendere in mano quelle domande di senso emerse in questo tempo; non dobbiamo perdere l’opportunità di una conversione umana e pastorale dimenticando alcuni atteggiamenti o considerazioni che abbiamo e stiamo sperimentando. Come ci ricorda Papa Francesco:  “…Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi”.

 

Vogliamo perciò immergerci nel cuore del mondo, nella contemporaneità, per educarci ed educare a:

  1. Riconoscere e prenderci cura del campo, della casa comune, in un’ottica di ecologia integrale
  2. Leggere e interpretare le sfide attuali presenti nel cuore del mondo
  3. Scegliere come stare, da discepoli e apostoli – “cittadini responsabili”, nel campo a noi affidato

Lo stile dell’educatore da offrire anche ai destinatari, perché lo facciano proprio, è quello di essere lievito nella pasta ovvero di mescolarsi e farsi prossimi, di accettare di essere una piccola quantità che porta una potenza straordinaria (che non gli appartiene) e di avere pazienza e tempo. La vita dei cristiani solo nel momento in cui è abitata dal lievito che è Cristo diviene lievito per il mondo.

 

Parola di Dio

Lc 13, 18-21

Diceva dunque: “A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? È simile a un granello di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell’orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami”. E ancora: “A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? È simile al lievito che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti».

 

Titolo e hashtag e logo

La tematica principale dell’anno pastorale è incentrata sul “mondo”. Siamo in questo mondo non frutto del caso ma perché raggiunti, come per Giovannino, dall’appello del Signore mediato dalla Vergine Maria: “Ecco il tuo campo”. Lavoriamo in questo mondo con una dinamica che tiene conto dell’iniziativa di Dio (“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” Gv 3,16) e di un modo preciso in cui stare (“voi non siete del mondo ma io vi ho scelti dal mondo” Gv 15,19).

Il sogno di Giovanni è da assumere e far nostro: “Live the dream!”.

Il LOGO è composto sia dalla presenza umana, attraverso palazzi e costruzioni, sia dalla natura, rigogliosa e generosa ma anche feroce e terribile (ne abbiamo la riprova avendo a che fare con il “nemico invisibile” che è il Covid-19); l’ingegno dell’uomo si intreccia con bellezze naturali da contemplare e custodire, la gratitudine per il dono della vita e della Grazia si accompagna alla vigilanza, alla fatica dello studio o del lavoro e alla lotta contro il male e il peccato.

Nella parte inferiore del logo è evocato il sogno con l’illustrazione di colline e di animali selvaggi che però non diventano dominanti nella composizione: si vuole ispirare uno sguardo positivo, non ingenuo e capace di “guardare oltre”.

Lega la parte inferiore a quella superiore dominata dagli edifici una strada che siamo invitati a percorrere per raggiungere una casetta rossa: è la “casa salesiana”, memoria vivente di quel primo luogo nel quale Don Bosco ha iniziato la sua opera e dove, oggi come ieri, avviene l’incontro di tanti giovani con quel carisma che vuole condurli ad essere “buoni cristiani, onesti cittadini e futuri abitatori del Cielo”. La casetta diviene quindi, essendo l’unico elemento con un colore diverso, anticipazione della tematica del secondo anno della Proposta Pastorale triennale.

 

 

LINEE EDUCATIVO PASTORALI

 

[1] FRANCESCO, Esortazione Apostolica Evangelii gaudium dell’11 novembre 2013, n. 115

[2] cfr. Gv 3,16-18