Gli educatori: costruttori dell’uomo

Mirabili parole sul senso dell’educazione, come attività eminentemente spirituale! Solo uno spirito interiormente vasto e buono, può educare un altro spirito.

Gli educatori devono educare l’uomo ad essere uomo. Non un uomo contento delle sue cose materiali, ma un uomo ricco di senso, di spirito, di amore, di fedeltà e soprattutto di vastità interiore, nella meditazione e nella preghiera, nella collaborazione con gli altri, al di là delle parole che dividono.

E l’imperatore, dopo averli fatti accomodare, parlò loro brevemente così: “Ascoltatemi bene. A me poco importa che l’uomo sia più o meno ricco. M’importa che sia più o meno uomo. Non chiedo innanzi tutto se l’uomo sarà o non sarà felice, ma quale uomo sarà felice.

Non dovete riempire i miei uomini di concetti vuoti, ma di immagini che contengano delle strutture. Non dovete imbottirli anzitutto di condizioni inutili, ma forgiare loro uno stile affinché possano cogliere l’essenza delle cose. Non dovete giudicare le loro attitudini soltanto dall’apparente facilità che dimostrano in questa o in quella direzione. Perché chi ha lottato di più contro se stesso va più lontano e riesce meglio. Dovete perciò tener conto innanzi tutto dell’amore. Non dovete insistere sull’uso dei beni materiali, ma sulla creazione dell’uomo affinché egli pialli la sua tavola nella fedeltà e nell’onore, e così la pialli meglio. Insegnerete il rispetto, poiché l’ironia è degna dello sciocco ed è dimenticanza di ogni contegno. Lotterete contro i legami dell’uomo con i beni materiali e fonderete l’uomo nel bambino insegnandogli innanzi tutto lo scambio poiché senza lo scambio vi è soltanto aridità. Insegnerete la meditazione e la preghiera perché è nella meditazione e nella preghiera che l’anima diviene vasta.

E insegnerete l’esercizio dell’amore, poiché chi lo potrebbe sostituire? insegnerete la mirabile collaborazione di tutti attraverso tutti e attraverso ciascuno. Allora il chirurgo correrà attraverso il deserto per rimettere a posto il ginocchio di un semplice uomo di fatica. Perché anche questi è un veicolo. E hanno entrambi lo stesso conducente. Insegnate infine a diffidare del solo linguaggio e della verità di singoli enunciati, perché ognuno dal punto di vista della sua esperienza ha ragione ed è inutile lottare per affermare come assoluta la propria verità. Occorre aiutare l’uomo a situarsi e a cogliere la verità della sua vita, quella verità che imposterà e risolverà i suoi conflitti e lo farà collaborare con gli altri”.

Antoine de Saint Exupéry