«Ho 18 anni, lui 12 e ogni giorno mi insegna qualcosa: senza di lui sarei uno sbruffone».
E ancora: «Con questa storia volevo anche ricordare il bello della semplicità quotidiana»
CASTELFRANCO Jack e John sono due fratelli speciali, e si vogliono un bene dell’anima. L’hanno capito anche le quasi seimila persone che in pochi giorni hanno guardato il loro video su Youtube, un racconto d’amore e rispetto, di generosità ed emozioni, che rivela le tante qualità, spesso nascoste, dei ragazzi con la sindrome di Down.
È un video che commuove, non può lasciare indifferenti, e spinge ad andare oltre le apparenze. Jack e John sono Giacomo e Giovanni Mazzariol, due fratelli di Castelfranco Veneto.
Il primo frequenta il liceo Giorgione e ha 18 anni; il secondo ne ha 12, fa la prima media e ha la sindrome di Down.
«Ma è lui che insegna qualcosa a me ogni giorno».
Giacomo ha avuto un’idea, qualche settimana fa, per dare un suo personale contributo alla giornata mondiale sulla sindrome di Down:
«Ho voluto mostrare quello che non si può capire di Giò se non lo si conosce davvero.
L’ho fatto per lui, si è divertito molto, ma l’ho fatto anche per me, perché mi ha cambiato profondamente».
Ha chiesto in prestito uno studio elegante in un centro commerciale, ha allestito un piccolo set, ha vestito Giovanni con la giacca e il farfallino e lo ha trasformato in attore.
Il cortometraggio, girato assieme alle sorelle Chiara e Alice, racconta un colloquio di lavoro in cui Giacomo, dietro la scrivania, chiede a Giovanni di presentarsi, quali sono le sue esperienze, le sue qualità e cosa lo rende adatto a un’assunzione.
Le risposte del bambino determinano un colloquio fallimentare, ma non corrispondono a ciò che lui pensa di sé, ai suoi ricordi e alle sue emozioni.
«È la prima volta che facciamo qualcosa insieme – spiega Giacomo -. Mio fratello mi ha insegnato l’umiltà, senza di lui sarei uno sbruffone. Mi ha insegnato la generosità, si dà senza riserve. Mi ha insegnato a vivere le relazioni con semplicità e trasparenza. E a capire quanto siamo fortunati, quanto dobbiamo amare noi stessi e la nostra vita».
Il messaggio il diciottenne vuole trasmettere è di guardare oltre ciò che appare:
«Nella società di oggi e nel mondo del lavoro è difficile farsi capire e apprezzare, da fuori gli altri vedono nei ragazzi con la sindrome di Down qualcuno che non ha successo, che non ha qualità. Invece ne hanno tantissime. Raccontando questa storia volevo anche ricordare il bello della semplicità perché spesso non ci accorgiamo che le cose più autentiche sono quelle di ogni giorno, e sono le stesse di cui ci dimentichiamo. Giò si appassiona a tutto, anche a quello che noi ormai diamo per scontato. Vive tutto con semplicità cogliendo sempre il meglio delle cose». In realtà il video non si può raccontare, è solo da vedere.
Si trova su Youtube cercando: «The simple interview», firmato Jack e John.