“Mi sono chiesta molte volte: che cosa significa amare?”
Scrive Sylwia Grzęda, volontaria polacca, che ha lavorato per un anno a Piura, in Perù.
«Il mondo abusa del termine amore, senza riflettere. Quando sono andata a Piura, qualcuno mi regalò un biglietto con una frase del libro di Osea: “Ti porterò nel deserto e parlerò al tuo cuore”. Infatti sono poi andata nel deserto di Piura, dove i Salesiani hanno costruito una grande opera per i poveri. È in questo luogo che ho imparato il significato della parola amore».
La mia missione è stata quella di stare nei quartieri poveri, in pieno deserto. Ho trovato montagne di spazzatura e nuvole di polvere. Centinaia di case attaccate l’una all’altra, abilmente improvvisate. Ascoltavo le risate dei bambini. Ogni notte si sentivano le risse dei genitori ubriachi e dei colpi di pistola, forse il rammarico di alcuni giovani che hanno fatto della droga il loro cibo quotidiano.
Assaporai il fallimento.
Quando, dopo mesi passati ad insegnare le regole di base della grammatica, Mariana, di 15 anni ancora non distingueva sostantivi e verbi.
Provai paura.
Quando Joel raccontò del gruppo di rapinatori che gli aveva puntato una pistola alla testa per rubargli il cellulare. Vidi lo shock addosso a Nayeli per le botte che le dava il padre.
Tornai a chiedermi, ma dove s’impara ad amare?
La mia risposta era così vicina… Il luogo si chiamava Bosconia.
Attraverso la preghiera e l’Eucaristia, ho imparato ad amare come Gesù.
Mi sentivo gioiosa e felice quando le mie spalle mi dolevano per le centinaia di abbracci di bambini che chiedevano un po’ di tenerezza. Ho dovuto asciugarmi le lacrime quando Gladys mi ha detto: sei come una madre per me.
In quei bassifondi ho imparato ad amare.
Dovevo andare alla fine del mondo per scoprire che il deserto non è sabbia, ma che il deserto per l’uomo è nel cuore che non ama. E ho capito che il più grande disastro dell’uomo è la mancanza di Dio.
Fonte: ANS