Pokémon Go

da | 30 Ago 2016 | Genitori

POKÉMON GO – l’ultima ossessione della società

Potremmo mai ossessionarci con la santità?

Nelle prime settimane dalla sua uscita, il nuovo gioco per smartphone “Pokémon Go” è diventato una mania in tutto il mondo. In questi ultimi mesi ho avuto diversi responsabili dei campi estivi impegnati a giocarci ogni qualvolta avevamo una gita nel fine-settimana – il che mi ha fatto pensare che il gioco era una moda americana di breve durata. Quando sono andato alla Giornata Mondiale della Gioventù in Polonia, sono rimasto sorpreso di vedere che la “caccia ai Pokémon” è un fenomeno globale.

di don Steve Ryan, SDB

Il gioco, come molti sanno, è basato sulla localizzazione e utilizza la cosiddetta “realtà aumentata”: attraverso la fotocamera dello smartphone proietta l’immagine di un Pokémon, una creatura virtuale, nel gioco. L’obiettivo è quello di catturare il maggior numero di queste creature e combattere con i Pokémon di altre persone. Il campo di gioco è la propria posizione e i suoi dintorni. La combinazione di “virtuale” e “reale” è ciò che sembra attirare la gente.

Cosa potrebbe andare storto, girando per le città, incollati al telefono, alla ricerca di creature fittizie? Ebbene, oltre ai molti racconti di persone che hanno riportato storte alle caviglie, lividi agli stinchi e altri lesioni perché erano più preoccupati di trovare Pokémon che a guardare dove stavano andando, si potrebbe aggiungere che infinite ore di tempo che potrebbe essere spese per aiutare gli altri o per imparare cose nuove (saggezza, conoscenza, competenze) vengono sprecate per un gioco. Il tempo e lo sforzo che una persona avrebbe potuto impiegare nella ricerca di ciò che aiuta a conseguire una vita piena vengono impegnati in una distrazione.

La Pokémon-mania dimostra certamente che le persone, soprattutto i giovani, sono alla ricerca di qualcosa (non solo Pokemon!). Vogliono un’avventura! Vogliono una ricerca. Vogliono una causa! Peccato che la santità non sia così attraente per loro. Dio è il nostro destino ultimo, e la santità è “il vero gioco della vita”.
A noi cristiani spetta trovare un modo per rendere la ricerca della santità santo così attraente da farci ossessionare le persone.

In Illinois, si sono riunite delle folle all’una del mattino per cercare freneticamente un mostro chiamato “Snorlax”. Al Central Park di New York, invece, centinaia di giocatori sono stati visti inseguire per le strade, smartphone alla mano, un altro raro Pokémon. Ciò ha causato ingorghi, con gente che ha persino lasciato l’auto in mezzo alla strada per seguire le masse con i loro telefonini. Tutto per un mostro virtuale.

Il fatto che un tale gioco stia guadagnando così tanto l’attenzione di tutto il mondo è la prova che tutti noi siamo “cercatori”. Siamo fatti per cercare qualcosa! Abbiamo un desiderio innato di “cercare” qualcosa, e questo qualcosa, in realtà, è Dio! È sconcertante, tuttavia, che tale ricerca dell’Onnipotente possa essere facilmente sviata per in perseguire il piacere, il potere, il denaro e ora, la nostra ultima mania, delle creature virtuali.

Pokémon Go è un altro sostituto “cool” della nostra ricerca innata del Signore. Siamo così sciocchi che cadiamo facilmente in distrazioni che ci anestetizzano e ci impediscono di metterci in pace con Dio e camminare nel percorso impegnativo e sacrificale della santità. I cacciatori di Pokémon sono in fuga per le strade! Qualcuno potrebbe immaginare centinaia di persone scatenate per le strade, senza preavviso alcuno, mostrare solidarietà verso i poveri e gli emarginati? Oppure protestare contro le migliaia di cristiani in Medio Oriente e Africa che vengono uccisi per la loro fede? O manifestare per i non nati innocenti macellati nel grembo materno?

La società si lascia condurre in una sorta di cyber-tribalismo in cui un telefono cellulare o un gioco sono lo sciamano. I giocatori sono tutti disponibilissimi ad agire come soggetti ossessionati. No, grazie, quanto a me, andrò con Gesù Cristo in sequela radicale. Si tratta di un’ossessione che dura da circa 2.000 anni e che non morirà.

Fonte: ANS