«Prof., quando scriverà un libro su di noi?», hanno chiesto e chiedono gli alunni. Eccolo!
Questo libro non ha una dedica, poiché ogni pagina è una dedica ai “miei” studenti di ieri, oggi e domani. Ogni pagina è allo stesso tempo dedicata ai Colleghi e a tutti i Docenti “generatori di futuro”, sempre alla ricerca di un “di più” nella scuola, che tiri fuori dall’“inferno” e dia spazio a ciò che non lo è per riempire di paradiso il senso di vuoto della vita. Coraggio, state sereni e siate felici!
Questa è la dedica del nuovo libro del Prof. Marco Pappalardo, nostro collaboratore, il suo primo romanzo dal titolo “Diario (quasi segreto) di un Prof.”, edito dalla Edizioni San Paolo è già in libreria.
Un prof. Un sogno. Una scatola bianca. Gli studenti, la passione educativa, un diario personale, tanto divertimento. Questi, se ben dosati come in una pozione, possono essere gli ingredienti per fare di un anno scolastico un tempo speciale, persino magico e creativo. Nel pentolone si mescolano sapientemente la vita del prof. e quella degli studenti, il desiderio di far toccare il cielo con un dito attraverso l’affezione allo studio e la fatica quotidiana dello stare sui libri, la consapevolezza di svolgere una delle professioni più belle al mondo e la difficoltà di entrare nel vissuto degli adolescenti. Il tutto con più di un pizzico di Letteratura di ieri e di oggi insieme a una goccia di cinematografia. La Prefazione è del giovane Filosofo Diego Fusaro, docente presso l’Università San Raffaele di Milano.
Ecco una pagina del romanzo:
«Perdonatemi! Non vi ruberò troppo tempo, lo so che amate lezioni brevi, i contenuti intensi, i grandi racconti, i pensieri profondi e pure qualche buona risata insieme. Certo, c’è poco da ridere ripensando ai voti di alcuni compiti di Greco o di Latino, ma in fondo il sorriso non mancava mai e neanche la speranza di far meglio la volta successiva. Non dimenticate che c’è sempre l’opportunità di “rendere il mondo migliore di come l’avete trovato” e con il mondo anche voi stessi. Bella questa frase, vero? Ve lo concedo, postatela pure su internet, scrivetela sul diario (non sul banco!), ma soprattutto tenetela nel vostro cuore e testimoniatela con la vita se ci credete davvero.
Sarà faticoso, come alzarsi al mattino per andare a scuola, in certi giorni ma, – ora posso dirvelo – è stato pesante anche per me farlo; poi, entrato in aula, tutto passava e qualcuno di voi chiedeva: «Prof., ma come fa ad essere così allegro e sveglio a quest’ora?». Ed io: «Quando vedo voi “m’illumino d’immenso”». Così tutto cominciava con uno sguardo diverso sulla giornata, quello sguardo che vi auguro di non perdere mai, di coltivare, di condividere, di trasformare in una luce visibile dovunque, sicuri che il sole sorge ogni giorno e che, in mezzo alle nubi della vita, l’importante è averlo dentro.
Scusatemi se non sono sempre stato all’altezza dei vostri sogni, dei vostri desideri, delle vostre domande di senso, perdonate le volte in cui ho cercato di farvi diventare dei “piccoli Prof.” quando voi volevate essere “semplicemente voi stessi”, unici e speciali. Se questo fosse davvero un testamento, ora saremmo al punto in cui “il fu Prof.” dovrebbe lasciarvi qualcosa, sperando che non siano i compiti per casa! Bene, avete proprio ragione, ma posso lasciarvi “solo” ciò che ho imparato da voi e vi assicuro che non è poco».
(Tratto da Marco Pappalardo, Diario (quasi segreto) di un Prof.”, Edizioni San Paolo, 2017)