1917 – 2017 CENTENARIO DI FONDAZIONE DELL’ISTITUTO SECOLARE DELLE VOLONTARIE DI DON BOSCO
Il prossimo 20 maggio 2017 l’Istituto secolare Volontarie di Don Bosco, offerto dallo Spirito di Dio alla Chiesa al Mondo e alla Famiglia Salesiana, solennizza i suoi primi cento anni di fondazione.
Questa data nella vita del nostro Istituto VDB, fondato da don Filippo Rinaldi, terzo successore di Don Bosco, riporta la memoria a quando tutto è incominciato, e rinforza l’intenzione di continuare il ‘sogno secolare di Don Bosco’… e… la nostra intenzione di sognare in proprio:
di ‘sogni’ ne abbiamo anche noi!
1917
La storia iniziale.
L’itinerario della nostra storia non ha l’impronta esplosiva che distingue altre avventure spirituali, è un cammino semplice, affidabile, fedele e discreto che, passo dopo passo, porta a presentire una forma di vita consacrata a Dio nel Mondo, connotata da vivaci intuizioni ‘ante litteram’ di quanto la Chiesa confermerà con l’atto di nascita degli Istituti secolari, la ‘Provida mater Ecclesia’ nel 1947.
Il ‘sogno secolare’ di Don Bosco
Il 20 maggio 1917 tre giovani donne, Maria Verzotti, Francesca Riccardi e Luigina Carpanera iniziano una ‘silenziosa rivoluzione’: appartengono alle ‘figlie di Maria’ associazione mariana molto fiorente all’Oratorio N° 1, situato in Piazza Maria Ausiliatrice, 27 a Torino.
L’Ispettrice FMA suor Felicina Fauda le presenta a don Rinaldi, sottolineando
il loro vivo desiderio di essere Figlie di Maria Ausiliatrice nel secolo’.
Il discorso che don Rinaldi rivolge loro in questa circostanza documenta con particolare chiarezza il significato che assume questo incontro:
“Don Bosco stesso, dice don Rinaldi, l’aveva previsto:
‘era veramente nella sua mente’
Nella relazione che egli stese dell’opera Sua parlava appunto di due classi distinte di persone, osservanti una stessa regola, una delle quali formasse Comunità e l’altra vivesse nel mondo per ivi promuovere lo spirito della Congregazione, nell’esplicitazione pratica dell’azione”.
Queste Figlie di Maria, in seguito denominate Zelatrici di Maria Ausiliatrice, o più brevemente Zelatrici, sono le ‘Prime Sorelle’ delle VDB.
Don Rinaldi e le ‘Prime Sorelle’ e l’intuizione ‘secolare’
Per gli inizi VDB, è importante ricostruire il clima spirituale ed umano dell’Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nella prima metà del 900, di cui don Rinaldi è stato direttore per molti anni. Particolarmente determinante è:
– il clima di intense relazioni umane, di iniziative molteplici, ricche di fascino spirituale, a cui le giovani sono invitate e delle quali, spesso sono loro stesse protagoniste.
– la particolare attenzione ai problemi umani, sociali, professionali su cui le giovani sono chiamate a riflettere e a confrontarsi.
Un Oratorio, dunque, vivo, vigile, partecipe, posto con consapevole lungimiranza nel contesto difficile della Torino dell’epoca. In questo ambiente esuberante e incisivo si può capire l’esigenza così sentita, da parte di un gruppo particolarmente attento di giovani, di dedicarsi senza riserve al servizio di Dio per la ‘gioventù pericolante’. Le future ‘Zelatrici’, sempre più chiaramente, avvertono l’urgenza di un impegno religioso radicale, pur senza cambiare stato di vita, la manifestano ai Superiori salesiani e chiedono una guida aperta ad accompagnare e promuovere le loro esigenze interiori e spirituali più profonde. Don Rinaldi le prende in considerazione, anche perché vi riconosce genuinità e concretezza.
Come sopra accennato, egli resta convinto che “…questa cosa era veramente nella mente e nel programma di Don Bosco” ed è ora, l’intuizione che queste giovani donne vanno coltivando.
Questa ‘silenziosa rivoluzione’ si delinea con chiarezza in un periodo relativamente breve.
Seguendo il Quaderno Carpanera che ci illustra i fatti di quel periodo, potremmo racchiuderla tra il giorno memorabile dell’espressione del ‘vivo desiderio’ il 20 maggio 1917 e un altro, il 26 ottobre 1919, giorno altrettanto memorabile della professione delle sette prime Zelatrici.
Consacrate nel secolo
La realizzazione del progetto.
Don Rinaldi giunge a formulare per loro un ‘Regolamento’, una direttiva di indirizzo della loro vita spirituale, “conveniente a voi e nel tempo vostro; prendetelo con amore e studiate di uniformare la vostra vita in tutto alla regola che sola potrà sostenervi e farvi progredire gradatamente nel bene”.
Questa regola di vita prevede il ‘voto di castità’ e le ‘promesse di Povertà ed Obbedienza.
Dunque esclusività e dedizione: “realizzare nel mondo quella perfezione che i Religiosi’ realizzano nel chiostro”.
‘Insieme’
nelle diverse situazioni di vita.
“Questa associazione ha lo scopo, il carattere di sostenervi reciprocamente, animarvi, aiutarvi a trovare anche fuori nel mondo un appoggio solido nel momento del pericolo; è necessario però essere legate per essere perseveranti; sciolte non raggiungereste mai il fine propostovi. La missione si compie con lo spirito buono; lo spirito di Dio è infinito e si manifesta sotto diverse forme, come Lui vi vuole: sante nello stato in cui siete; aspirate ad essere perfette, studiate e lavorate per portare lo spirito religioso nella vostra condizione e dove vi trovate”.
In modo ‘discreto’
L’orientamento è preciso ed indica uno stile di presenza nel secolo:
“molta semplicità in qualsiasi vostra opera o pratica di pietà. Siete poche, non importa; le opere del Signore si formano nel silenzio … Tacete non chiamate nessuna a seguirvi, il vostro esempio basterà; siate unite fra voi, formate un cuor solo ed un’anima sola”.
Un sogno che continua
Le Volontarie di Don Bosco, che adotteranno questa loro definitiva denominazione nel 1959, iniziano in operosa semplicità, ad investire la propria vita nella ricerca del
‘tesoro che è nel campo’,
Dio l’ha posto nel Mondo nella creazione, l’ha redento nell’Incarnazione di suo Figlio e continua a custodirlo con la sua ‘Parola’ ed è l’uomo e la sua città.
Le VDB sono ormai più di 1200 e sono sparse in tutto il mondo.
NB: La fonte delle notizie che abbiamo espresso virgolettate è il ‘Quaderno Carpanera’ che raccoglie le conferenze e gli incontri delle Zelatrici con don Rinaldi e con le FMA.