I battiti del cuore

Tu e la pietra siete una cosa sola e la sola differenza è nei battiti del cuore.

Che il seguente brano, tratto da Il giardino del Profeta di Kahlil Gibran, possa essere un suggerimento agli scettici e soprattutto uno stimolo ed una speranza per coloro che sono consapevoli del fatto che il meraviglioso mondo in cui viviamo è vivo e ha un profondo significato, dalla roccia nel fondo oceanico alle spumanti nuvole spinte dal vento.

E un giorno, Phardrous, il Greco, mentre passeggiava nel giardino, inciampò contro una pietra e si arrabbiò. E si voltò e, sollevata la pietra, disse a bassa voce: «Oh cosa morta sul mio cammino» e scagliò via la pietra.
E Almustafa, l’eletto e l’amato, disse: «Perché tu dici: “Oh cosa morta”? Sei stato così a lungo nel giardino e non sai che non c’è nulla di morto qui? Tutte le cose vivono e rilucono nella conoscenza del giorno e nella maestà della notte. Tu e la pietra siete una cosa sola e la sola differenza è nei battiti del cuore. Il tuo cuore batte più veloce, vero, amico mio? Certo, ma non così tranquillamente. Il suo ritmo può darsi che sia un altro ritmo, ma io ti dico che, se fai risuonare le profondità della tua anima e percorri le altitudini della spazio, tu sentirai una melodia e in questa melodia la pietra e la stella cantano, l’una con l’altra, in perfetta armonia.
Se non comprendi le mie parole, allora lasciale ad una nuova alba. Se, nella tua cecità, hai maledetto questa pietra su cui sei inciampato, allora malediresti anche una stella che con la tua testa dovessi incontrare in cielo. Ma verrà il giorno in cui raccoglierai pietre e stelle come un bambino trasceglie gigli nei campi e, allora, verrai a sapere che tutte queste cose sono viventi e fragranti».

Kahlil Gibran, poeta, saggista, narratore e pittore, nasce a Bsharri, in Libano, nel 1883; vive a Boston, rientra in patria per studiare letteratura araba e ritorna in America. Si trasferisce a Parigi per studiare e infine si stabilisce a New York, vivendo nella città fino alla morte, avvenuta il 10 aprile 1931. La sua opera più nota è Il Profeta, di cui Il giardino del Profeta è un seguito postumo.

di Nicolò Raimondi

Fonte: rivistanatura.com