Giovane stagista scopre nuovo pianeta

da | 21 Gen 2020 | Giovani

Giovane stagista scopre nuovo pianeta

da | 21 Gen 2020 | Giovani

17 anni, stagista alla Nasa da tre giorni: ha scoperto un nuovo pianeta

Da fan di Star Wars a vero scienziato, ha scoperto un pianeta che orbita attorno a due soli come quello in cui è nato Luke Skywalker.
Cari ragazzi, la conoscenza è proprio un’avventura!

Di Annalisa Teggi per Aleteia

Una cameretta piena di poster di Star Wars e una scrivania zeppa di quaderni e libri, passioni e studi di un giovane 17enne dal nome curioso: Wolf Cukier. Sì, in italiano si chiamerebbe Lupo e – battuta scontata – ha dimostrato di aver un fiuto invidiabile. La sua storia sta facendo il giro del mondo perché, dopo soli tre giorni di stage estivo alla NASA, ha scoperto un nuovo pianeta, a cui è stato dato il nome molto tecnico di TOI 1338b.

Eppure le sue caratteristiche ricordano molto da vicino Tatooine, il pianeta natale di Luke Skywalker: si tratta infatti di un pianeta che orbita attorno a due soli. La passione del ragazzo per la saga stellare si è incontrata con lo zelo del vero astronomo; e questa scoperta imprevista e straordinaria meriterebbe proprio una battuta di Yoda.

Occhio vede, algoritmo duole

Ci sono un sacco di cose che assomigliano a pianeti quando ti metti a cercare. – ha dichiarato Cukier – Mi ci è voluto tempo per verificare seriamente che quello era un vero pianeta e non un tremolio del telescopio o qualcosa di simile.

(da New York Post)

Infatti:

Come spiegano gli stessi scienziati Nasa, gli algoritmi faticano a trovare pianeti attorno a stelle binarie, perché le eclissi delle stelle stesse confondono i calcoli, e il transito di un pianeta può passare inosservato. L’occhio curioso di Wolf invece ha fatto centro. Per verificare che non fosse un errore strumentale, il segnale è stato dato in pasto a eleanor, un programma che ne identifica l’affidabilità. Eleanor ha detto sì, confrontando quell’osservazione con altre precedenti, stabilendo che il TOI 1338 b orbita attorno alla coppia di stelle in circa tre mesi terrestri.

(da Repubblica)

Gli ci è voluto tempo a verificare, ma questo giovane talentuoso ragazzo ha individuato ciò che anche gli algoritmi faticano a distinguere. Come a ricordarci: benvenuta intelligenza artificiale, ma la meraviglia dell’intelligente occhio umano sarà sempre qualcosa di inarrivabile (… d’altra parte il marchio di fabbrica è Suo).  Ma chi è Wolf Cukier? È un supercervellone o è uno studente come tanti?

È senz’altro un ragazzo appassionato e questa spinta è una delle migliori qualità in ogni ambito di conoscenza.

[…] frequenta l’ultimo anno alla Scarsdale High School di Scarsdale, nello stato di New York, era al posto giusto, al momento giusto: il suo compito, era controllare i dati di Tess, già analizzati dal pubblico attraverso il progetto Planet Hunter Tess, un lavoro collettivo in crowd sourcing che la Nasa ha attivato, chiedendo agli appassionati sulla piattaforma web di segnalare i cali di luminosità delle stelle fotografate da Tess. È lì che Cukier ha trovato l’anomalia, era al terzo giorno di stage estivo al Goddard Space Flight Center, e grazie alla sua intuizione è arrivata la scoperta: “Stavo cercando tra i dati tutto quello che i volontari avevano spuntato come binarie a eclissi – ha detto Cukier ricordando quei giorni d’estate del suo stage – un sistema in cui due stelle orbitano una attorno all’altra e dal nostro punto di vista si eclissano a ogni orbita”.

(Ibid)

 

Per riuscire a entrare come stagista alla NASA aveva scritto tantissime email, perché la passione è fatta anche di una grande dose di testardaggine e umiltà. Nel luglio scorso Wolf ha coronato il suo desiderio e dopo soli tre giorni si è imbattuto in un puntino che ha catturato la sua attenzione. Là fuori, nel grande universo, da chissà quanto tempo c’era questo pianeta che nessuno aveva mai visto prima. Che domande apre il tema della scoperta! Chissà quante cose esistono che sono ancora ignote? Perché esistono? Che progetto ha Dio per loro? Le cose non esistono solo perché l’uomo le veda, ma quando le scopre cosa cambia per l’umanità? Insomma, scoprire un pianeta non è solo scoprire un pianeta, è anche andare più a fondo della grande galassia che è il nostro intimo di esseri umani. Però senza perderci troppo in entusiasmanti rivoli filosofici, com’è questo TOI 1338b?

TOI 1338b è un pianeta inabitabile, quasi sette volte più grande della Terra, molto, troppo vicino a una coppia di stelle (TOI 1338) che si trova a circa 1.300 anni luce di distanza: compie un giro ogni 93-95 giorni terrestri. Ma la particolarità che ha fatto parlare di sé è proprio che sul suo orizzonte (posto che ne abbia uno, potrebbe infatti essere un pianeta gassoso) sono due i soli, come Tatooine della saga di Star Wars.

(Ibid)

Ora Wolf è conteso da tutte le televisioni e strappa davvero un sorriso il commento che ripete a tutti: «Però, per il resto dello stage non ho scoperto altro». Non è uno sminuirsi, è la sincerità di chi è entusiasta e si aspetta che l’universo abbia ancora tante sorprese da svelargli. Ed è davvero così, ma non sono da cercare solo in galassie lontane e sperdute … c’è tanto da vedere anche a un passo da noi. L’ignoto può essere anche insospettabilmente vicino.

Pepite d’oro a ogni passo

In fondo l’avventura di Wolf Cukier alla Nasa ci permette di dire, una volta di più, che guardare la realtà – in tutta la sua smisurata grandezza o anche infinita piccolezza – è più entusiasmante che fissare lo schermo di un cellulare. Cari ragazzi, abbiate fiducia nello spostare lo sguardo nel regno degli avvenimenti; c’è tanto bisogno del vostro occhio fresco e brillante!

Due giorni fa è morto il giornalista Giampaolo Pansa, lo stimavo molto pur essendo una sua lettrice occasionale. Ho riguardato con piacere, e grazie alla mia amica Simona che lo ha postato su Facebookl’intervento che fece al Meeting di Rimini del 2009 e queste sue parole mi paiono le più azzeccate per descrivere cos’è una scoperta:

La conoscenza per me è sempre un avvenimento. E confesso che ogni volta che mi capita di scoprire una cosa che non conosco, soprattutto quando non l’ho cercata e mi viene incontro, c’è una grossa prova – dico una parola complicata, perché spesso io non so esercitare questa virtù – di umiltà … è una grossa prova di umiltà riconoscere la pepita d’oro che non hai cercato, ma che ti ferma per strada e ti dice: “Ehi, tu sei Giampaolo Pansa? Guarda che io sono venuta qui per te. Ti regalo una cosa che non conosci”.

 

Che tu sia giornalista o scienziato, o che tu sia un semplice ragazzo in cerca del suo destino, ti attende là fuori qualcosa che ti chiama per nome.

L’universo è disseminato di un’attesa, di pepite ancora invisibili che attendono di essere guardate, e poi raccontate e svelate. Non è detto che attendano solo in galassie sperdute, ci sono tantissime scoperte che non hanno bisogno né di telescopio né di microscopio.

Hanno bisogno dei tuoi occhi vivi, o anche solo delle tue orecchie … chissà.

E scoprire è un verbo bellissimo, perché è «a doppio senso di marcia»: Wolf Cukier ha scoperto un pianeta, ma cosa scoprirà di sé grazie a questo evento?

Ogni scoperta non è fine a se stessa e apprezzabile solo in termini di soldi e visibilità (… scusate, dovevo dirlo perché mio figlio mi ha chiesto: “Ora diventerà più famoso di un calciatore?”). Ogni scoperta è una chiamata: perché, quasi come nella fiaba di Pollicino, Dio ha disseminato il cosmo di briciole di pane, adatte a ciascuno di noi, per riportarci tutti a casa. La strada per arrivarci è un’avventura scritta su misura per ogni cuore, con un abito di alta sartoria.