Locanda Centimetro Zero
L’impresa sociale che sta dietro alla sedia citata da Mattarella
Di Stefano Arduini per Vita
Il Presidente della Repubblica l’ultimo dell’anno ha richiamato la straordinaria esperienza della Locanda Centimetro Zero, nata in provincia di Ascoli Piceno grazie anche al supporto della fondazione Carisap. Ecco chi sono e cosa fanno.
“Una associazione di disabili mi ha donato per Natale una sedia. Molto semplice ma che conserverò con cura perché reca questa scritta: «Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi». Esprime appieno il vero senso della convivenza”.
L’associazione citata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio di fine anno è quella che ha dato vita alla locanda Centimetro Zero che abbiamo raccontato nel distretto sociale del Piceno (il ristorante si trova a metà strada fra la riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno nel comune di Spinetoli). Si tratta di un’esperienza straordinaria di impresa sociale promossa grazie alla fondazione Carisap e alla Bottega del Terzo settore. Per il secondo anno di fila la locanda ha ottenuto il prestigioso inserimento nella guida Slow Food. Non solo. Se provate a digitare Centimetro Zero su Tripadvisor scoprire che è la prima in classifica quanto a recensioni digitali.
Scrive Marco A5892: «Abbattuta ogni barriera di spazio e sociale. Non mangi per gratificarti solidalmente, semplicemente mangi “veramente bene” aggiungendo plusvalore alla tua cena».
Eh, sì. Perché non bastano la buona cucina, ottimi per varietà di scelta e qualità gli antipasti, mentre fra i primi in questa stagione vanno per la maggiore i ravioli verdi pistacchio e limone, gli spaghettoni al pesto al cavolo nero e le zuppe di zucca, porro o castagne e non bastano nemmeno i prezzi alla portata di tutti (si mangia mediamente con 25 euro a testa).
«A fare la differenza sono loro, se non ci fossero loro in fondo saremmo un buon ristorante come tanti altri», racconta la responsabile del progetto Roberta D’Emidio. Loro sono 15 ragazzi in borsa lavoro, tutti dai 20 ai 40 anni, con disabilità intellettive, più o meno gravi, sindrome di down, autismo. Martina, Veronica, Giulia, Francesca, Clarissa, Davide, Fabio, Daniele, Marino, Gabriele, Costantino, Riccardo, Emidio, Alessio e Lorenzo si prendono cura dell’orto e degli arredi, della cucina e della sala, dei clienti. Lavorano 20 ore a settimana, tre giorni su sette.
«Non è stato facile formali, per loro è importante avere e riconoscere una guida e lavorare in un ambiente conosciuto, ma presto credo alcuni siano pronti per andare a lavorare in altri ristoranti, magari sotto la nostra supervisione, ma con una buona dose di autonomia», spiega la responsabile. Il suo sogno «è quello di aprire una locanda gemella sul mare, ci sono tanti altri ragazzi e tante altre famiglie che vorrebbe partecipare a questo progetto», conclude D’Emidio.