1^ di Quaresima
1 marzo 2020 – Anno A
Vangelo di Matteo 4,1-11
Commento di suor Simona Bisin, FMA
Questo brano di Vangelo con cui inizia, per noi Ambrosiani, il tempo forte di Quaresima ci aiuta a porci la domanda fondamentale: “Che uomo vuoi diventare?”
La Parola ci propone un cammino di conversione e di libertà che ci accompagna a scoprirci “Figli”. Anche Gesù viene confermato in questo dopo aver ricevuto il Battesimo nel Giordano: una voce dal cielo lo riconosce come “Figlio mio prediletto” e ora si prepara per compiere la Volontà del Padre.
Il Vangelo ci propone due vie per diventare “Figli”: quella proposta dal diavolo e quella proposta da Gesù. La prima si basa sul possesso delle cose, delle persone, di Dio stesso e trova nutrimento sfamando gli idoli dell’avere, del potere e dell’apparire; la seconda via ribalta completamente la prospettiva e si pone nell’ottica dell’obbedienza alla Parola di Dio che trova riscontro nella solidarietà con i fratelli.
Il diavolo, colui che divide l’uomo da Dio, vuole minare proprio la relazione tra Gesù e il Padre usando l’antica arma del dubbio: “Se sei Figlio di Dio”.
L’itinerario quaresimale ci invita a percorrere il cammino di conversione da una via all’altra non da soli, contando unicamente sulle nostre misere forze, ma in compagnia dello Spirito Santo, seguendo la strada che Gesù stesso ha dovuto percorrere.
Gesù insegna come vivere questo cambiamento: attraversando le tentazioni e resistendo al fascino delle scorciatoie, nell’illusione che i cambiamenti nella vita possano avvenire senza fatica, senza tagli, uscendo da una logica egocentrica per assumere una logica generativa.
Gesù ci aiuta a mettere ordine nelle nostre scelte, a porre la Parola al centro del nostro discernimento e a scegliere le vie che portano a scoprirci figli nel Figlio.
La Quaresima sia veramente un tempo in cui, come Gesù, gridare il forte imperativo: “Vattene, satana!”, un tempo in cui scendere nella profondità di noi stessi e risanare le antiche e sempre nuove ferite per diventare figli liberi nell’Amore del Padre, un tempo in cui generare il bene vincendo il male. Solo così potremo, come gli angeli alla fine del brano, avvicinarci e prenderci cura dell’altro che ci sta accanto e accogliere gli “angeli” presenti nella nostra vita quotidiana.