1^ Domenica di Avvento – Anno B

1^ Domenica di Avvento – Anno B

Vangelo di Marco 13,33-37

Commento di suor Rita Fallea, FMA

 

Si apre in questa domenica il tempo nuovo dell’Avvento. Tempo nuovo che dà l’avvio all’anno liturgico.
L’anno liturgico non è solamente una consuetudine, una convenzione, un’invenzione… Esso, invece, ci introduce in una sapienza che ci guida e ci accompagna.
Ritornare o ripartire ci chiede infatti di ripetere ciò che abbiamo già incontrato, vissuto, sperimentato. Ritornare è sapienza che rispetta il ritmo lento dell’uomo: abbiamo bisogno di tempo per conoscere, di tempo per fare esperienza, di tempo per amare.
Ripercorrere dunque l’anno liturgico, ancora una volta, anche quest’anno, ci ammonisce e ci ricorda che non basta aver sentito una o qualche volta l’annuncio di Cristo. Conoscerlo per sentito dire non è abbastanza: chi desidera amare apprende la sapienza del continuo cercare, seguire, ascoltare il Signore che viene.

Mi colpirono tempo fa le parole di Santa Teresa d’Avila alle sue consorelle:

“Il Signore non ci lascia mai così in abbandono da non venire a tenerci compagnia, se ci facciamo avanti con umiltà, e qualora non riusciamo a venirne a capo in un anno, mettiamocene pur molti. Ribadisco quindi che è possibile abituarsi a stare in compagnia di questo vero Maestro”
(Cammino di perfezione cap. 42,2)

Ecco, possiamo cominciare proprio così, facendoci avanti con umiltà davanti al Signore che viene, sapendo che lui non ci lascia mai così in abbandono da non venire a tenerci compagnia. E poiché solitamente siamo lenti nell’amare e abbiamo bisogno di diverso tempo, ravviviamo ora, nell’attesa di Colui che viene, il desiderio di conoscere e amare il Signore dal quale sappiamo di essere desiderati, conosciuti, amati.

 

Ricordo una lettera di Madre Mazzarello in cui scriveva proprio sulla necessità di ravvivare il desiderio.

L’ho cercata, è la lettera 27, si esprimeva così:

“Nel tempo degli Esercizi abbiamo acceso il fuoco nel nostro cuore, ma se ogni tanto non scuotiamo la cenere e non vi mettiamo della legna, esso si spegnerà. Adesso è proprio il tempo di ravvivare il fuoco.
In [queste] feste dell’immacolata e poi del S. Natale bisogna che ci infervoriamo tanto, tanto da mantenerci infervorate fino alla morte. Mettiamoci davvero dunque con coraggio e buona volontà tutte quante”.

L 27. Alla direttrice suor Angela Vallese e alle suore delle case di Montevideo Villa Colón e Las Piedras.

Nizza Monferrato, 20 ottobre 1879.

 

Desideriamo disporre il nostro animo togliendo le resistenze interiori e lasciandoci toccare dal mistero del Signore che viene. Nell’Avvento, mentre ripercorriamo l’attesa del popolo d’Israele, ci poniamo nella condizione di attesa che oggi, nel nostro tempo, sperimentiamo.
Mi pare che quest’anno proviamo fortemente una profonda attesa a livello di umanità. Ci troviamo ormai da molti mesi sballottati dall’emergenza della pandemia, perdiamo sicurezze acquisite – alcune sicuramente vacue, altre che ci parevano veramente stabili – e talvolta ci confondiamo, non sapendo più se la strada su cui camminavamo sia quella giusta. I cristiani potrebbero domandarsi: è questa la strada che il Signore che viene sta percorrendo davanti a noi, davanti a me?
Ecco, il tempo di Avvento è tempo prezioso: è tempo che ci spinge a guardare più in là, dove il nostro sguardo non vede, ma può lasciarsi orientare dalla stella, dalla luce di Cristo, che illumina le tenebre proprio nella fragilità umana, nell’umiltà di una povera grotta.

La Parola di oggi ci accompagna e ci suggerisce di vivere l’attesa nella vigilanza. L’invito di Gesù a vegliare può essere l’invito ad assumere tale atteggiamento in questo momento storico.

Mi sembra opportuno lasciar risuonare in noi oggi, prima domenica di Avvento, questa Parola senza accontentarsi soltanto dell’omelia che ascolteremo. Non possiamo lasciar passare l’occasione di meditazione personale per soffermarci anche solo 15, 20 minuti nell’ascolto del Signore e delle risonanze che suscita in noi. Nella Parola il Signore desidera sempre donarci una grazia, domandiamola, vigiliamo per cogliere il dono che Egli ci sta porgendo.