3^ domenica di Avvento
Vangelo di Giovanni 1,6-8/19-28
Commento di suor Silvana Mascotto, FMA
In questo brano di vangelo le parole chiave sono: testimone – voce – luce.
‘Egli venne come testimone alla luce… perché tutti credessero’.
Viene delineata in pochissime parole l’identità di Giovanni che si identifica con la sua missione. Ed è interessantissimo il dialogo che fa seguito a questa presentazione.
I Giudei, mandati dai farisei, insistono nel chiedere ‘Chi sei?’. E Giovanni risponde con delle negazioni: ‘Io non sono il Cristo’ – ‘Io non sono Elia’ – ‘Io non sono il profeta’.
Non vuole confusione, non vuole che ci siano equivoci. Giovanni è l’uomo della chiarezza e del coraggio della verità, e sappiamo quale sarà la sua fine, infatti.
Giovanni è il testimone, non è il protagonista.
‘Io sono voce di uno che grida nel deserto’. Egli in effetti non si dà neppure un nome, non dichiara neppure la sua provenienza, non è importante quello che lui è, è importante chi vuole annunciare, lui è semplicemente ‘voce’. Una voce però che grida, non una voce sommessa, che sussurra, che teme. E’ una voce che grida perché sa che il ‘deserto’ è vasto, il deserto può disperdere questa voce, il deserto è arido, è abbandonato dalla vita ma la vita deve rifiorire. Lui deve far sentire la sua voce perché deve richiamare l’attenzione perché si ‘prepari il terreno per la vita’. E lo deve far sentire a chi non vuol sentire, a chi è scettico, a chi cerca cavilli: ‘Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo?’
E risponderà facendo capire, a coloro che lo interrogano, che lui sta già preparando la via. Lui battezza con acqua, lui insegna a purificare i cuori, a dissodare i terreni perché dirà: ‘Dopo di me viene uno, al quale io non sono degno di sciogliere i calzari’. Certo, non io ma lui è grande, è potente, è il Signore.
‘Viene’, al presente, non verrà , in futuro. Viene adesso, è già in mezzo a voi, non c’è tempo da perdere.
Giovanni è il testimone di un evento che sente già in sé. È il testimone che ama colui del quale proclama la grandezza. Grida, vuole che gli altri sentano, ha fretta, il Signore sta per arrivare, tutti devono essere pronti a riceverlo. E lui li battezza con acqua, li prepara per il suo Signore. È commovente quest’uomo. È un uomo che non si preoccupa di sé, che ha solo in testa il suo Signore. È per lui che è lì. Non c’è un altro motivo.
Giovanni rappresenta l’essenzialità, ciò che conta. Era vestito di pelli di animali, si nutriva di poche cose naturali. Egli vuole scomparire: ‘Io devo diminuire perché lui cresca?. Non vuole offuscare la ‘luce’.
In questo episodio possiamo leggere un po’ questo Natale 2020, un Natale dove gli interrogativi si rincorrono. ”Ma come posso acquistare regali se i negozi sono semi-chiusi, se le file sono interminabili? Come posso fare raduni familiari se non devo valicare i confini del comune? Come posso fare festa se neppure si può sciare?… Ma che Natale è?”
Ecco, preparate la via per il Signore!
Il Signore viene. Il Signore non è il pacchetto regalo, non è il cenone, non è neppure raduno familiare. Non è la messa a mezzanotte… Può essere alle 20, alle 18… Non perché tutto ciò non abbia un valore, ma non è la cosa che conta.
Un Natale che vive l’essenziale, dove non prevalgono le altre cose a soffocare il protagonista. Certo, non diciamo grazie a questa tragica pandemia, ma sfruttiamo l’occasione per liberarci dal superfluo, per ascoltare ‘la voce che grida nel deserto’, per prepararci ad accogliere Gesù.
E lasciamoci illuminare dalla Luce. È questo il Natale. È quel Gesù che illumina la vita, che dà senso alla vita, che chiama per nome ogni cosa e distingue ciò che conta da ciò che è ‘pula’. E Giovanni è uno che sa distinguere. E proprio la luce che tiene in cuore lo farà testimone di verità, quella verità scomoda, per chi rimane nel deserto e non ascolta la voce che grida. Il ‘sordo’ Erode, infatti, ne farà un martire.
Oggi quanti sono i testimoni di Gesù? Quanti hanno il coraggio di non essere un nome proprio, il proprio ruolo, titolo di studio, carica ecclesiastica… ma ‘essere uno che prepara la via del Signore’? Quanti hanno il coraggio di essere ‘voce che grida nel deserto’? Quanti hanno il coraggio delle verità scomode e magari giocarsi la gogna mediatica? È di questi giorni…
‘Venne un uomo, mandato da Dio, per rendere testimonianza alla LUCE!’.
Ed era un uomo di Dio!
Tanti anche oggi i testimoni. Si distinguono. Non fanno ombra alla Luce.