5^ domenica del tempo ordinario – Anno B

5^ domenica del tempo ordinario – Anno B
7 febbraio 2021
Vangelo di Marco, 1,29-39
Commento di suor Silvana Mascotto, FMA

 

Il contesto è dinamico. È un passaggio di Gesù e dei discepoli che sono con lui, da luogo in luogo: dalla sinagoga, alla casa di Simone, all’esterno, altrove. Ed è anche un passaggio temporale: da un primo pomeriggio, al tramonto, alla sera, alla mattina successiva.

Il protagonista è Gesù, un Gesù che guarisce, anche in giorno di sabato. Guarirà la suocera di Simone, guarirà molti malati, guarirà dai demoni. Un Gesù che prega.

Un Gesù che riparte “perché io predichi anche là”. È un Gesù in missione di salvezza.

 

– I fatti che precedono quelli narrati in questo brano di vangelo si sono svolti nella Sinagoga dove Gesù viene contestato da uno spirito impuro e menzognero.

Si rimprovera anche la guarigione in giorno di sabato. Quanto invece accade fuori dalla Sinagoga, avviene in un’atmosfera serena, distesa. Come osservano molti commentatori, c’è uno stacco, una rottura. La casa sembra in opposizione al luogo di culto che appare come ciò che è superato. Anche qui, nella casa, Gesù è richiesto di una guarigione, anche qui è sabato. Non solo, il malato è una donna, la suocera di Simone. Le donne erano considerate delle nullità e per di più è una donna ammalata quindi in una condizione di impurità. Una donna così va evitata. Ma, Gesù è Gesù. Gesù porta il nuovo, annuncia la novità del Regno di Dio. Per Lui non c’è sabato che impedisce e non c’è donna da considerare impura. Non c’è più la legge antica. C’è l’amore, c’è la salvezza.  Ecco il nuovo: “La fece alzare prendendola per mano, e la febbre la lasciò”. Gesù sana chi vuole essere sanato, chi vuole seguirlo…, chi abbraccia la sua identità, chi si comporta come lui: “Ed ella li serviva”.

Anche i discepoli, qui, dimostrano di aver capito la ‘buona notizia’, che lui non ha preferenza di persona, che l’amore è la legge, che lui è per tutti, tanto che sono stati proprio loro ‘a parlargli di lei’, sono proprio stati loro che con fiducia, contro ogni credenza, lo portano, in giorno di sabato, da una donna. E verranno confermati  in questa loro felice intuizione, sia dalla guarigione ottenuta, sia dal procedere dei fatti. Gesù guarisce tutti i malati che si erano affollati davanti alla porta. Non solo, il mattino successivo, quando non lo trovarono se non in un luogo appartato a pregare, dopo averlo invitato a tornare perché tutti lo cercavano, egli disse loro: “Andiamocene altrove… perché io predichi anche là”. Gesù è in missione, Gesù è per tutti.

 

Riprendiamo i fatti.

La suocera di Simone viene guarita e si mette subito al servizio. Le guarigioni di Gesù sono totali, sono amore per l’uomo, tenerezza per il suo corpo sofferente, ma sono soprattutto salvezza dell’anima, per chi vuole guarire. Chi è malato ‘non serve più’, è fuori uso, è passivo. La sua anima è chiusa. Gesù risana il cuore, riattiva l’amore e l’amore è servire l’altro. Tra Gesù e malato si crea un incontro, un incontro tra la potenza del Signore e la debolezza dell’uomo: ‘Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano”. Prendere la mano di Gesù e poi… dargli una mano: servire! È questa la sequela. Gesù è venuto a guarire l’uomo perché costui ami, serva, si prenda cura degli  altri!

Gli portarono malati e indemoniati… E Gesù guarì molti… E non permetteva ai demoni di parlare… Tutta la città era riunita davanti alla porta.”

Ma non interessa a Gesù la popolarità, l’entusiasmo, il successo, il potere. Non vuole neppure che i discepoli si esaltino di fronte a tali fatti. E, per non cadere in questa tentazione, c’è bisogno della forza di Dio, c’è bisogno della capacità di andare oltre, di continuare la missione, il servizio alla salvezza, non a se stessi. I discepoli devono capire anche questo.  E Gesù prega per ottenere forza. Poi dirà loro: Andiamocene altrove, perché io predichi anche là.”

– Tutto il Vangelo è un messaggio, Gesù vuole insegnare ai suoi discepoli quanto loro dovranno poi continuare quando lui sarà ‘presso il Padre’. Che non c’è più la legge antica. Che l’amore non guarda il sabato. Che l’uomo deve loro interessare tutto intero, corpo e anima. Lo devono amare, lo devono volere ‘sano’ e capace di amare quindi servire. Che non devono cedere al successo ma devono essere instancabili nella missione, per tutti. Che è una missione d’amore: ‘La fece alzare prendendola per mano”. Una missione che salva e moltiplica salvezza: ‘E la febbre la lasciò e li serviva”.  Lui è il nuovo, l’amore, ciò che salva.

 

Quanto ‘sabato’ c’è ancora in noi, quanta legge antica,
quanto culto polveroso, quanto impedimento ad amare e a servire,
quanta popolarità, quanto noi stessi, ostacola il nostro andare anche altrove?
“La fece alzare prendendola per mano… e la febbre la lasciò!”

Fidiamoci di Lui.