Grazie nonni

da | 6 Dic 2021 | Genitori

Di Pino Pellegrino


Li stiamo riportando prepotentemente alla ribalta. Li stiamo rivalutando.
La loro importanza è, oggi, riconosciuta da tutti. I nonni sono i “Custodi della vita” come li ha chiamati papa Francesco.

 

I nonni sono come i telefonini e You Tube, cioè una scoperta recente. Fino a mezzo secolo fa erano pochi, insignificanti e duravano poco. Oggi, le schiere dei nonni (e dei bisnonni) si vanno ingrossando e la loro influenza sulla vita familiare si fa sempre più incisiva. Assomigliano sempre meno a elementi di contorno, significativi, poetici talvolta, ma non essenziali.

Anche dal punto di vista economico, i nonni sono diventati una rete di protezione per figli e nipoti. I nonni sono utili, come baby-sitter, come contribuenti al bilancio familiare, come assistenti tuttofare, come proprietari e gestori della vecchia casa al paesello, divenuta seconda casa per i figli cittadini.

È venuto il momento di considerare attentamente i nonni anche dal punto di vista educativo. Una nonna lo esprime così: «Mio figlio è diventato padre, ora è lui l’albero con i rami forti, le foglie e un frutto straordinario. Io mi sono potuta adagiare e fare le radici nelle accoglienti pieghe della terra».

La famiglia è davvero come un albero: dal tronco si dipartono i rami ad altezze diverse verso direzioni diverse, pur restando in contatto con il fusto. Ma sono le radici che, attraverso la linfa, congiungono il passato al presente e il presente al futuro.

 

In una società, sempre più disorientata e nevrotica, finalmente stanno riemergendo. Vengono riscoperti perché preziosi e indispensabili. Lo psichiatra Vittorino Andreoli non ha dubbi: «Se oggi vi sono ancora frammenti di saggezza in questo pazzo mondo, bisogna ringraziare i nonni».

«Un popolo che non custodisce i nonni e non li tratta bene non ha futuro! Perché non ha futuro? Perché perde la memoria, e si strappa dalle proprie radici.», ha scandito papa Francesco. La verità sta venendo a galla.

 

Bene dell’umanità

Ci pare che i nonni debbano essere riconosciuti come una risorsa, come un bene sociale: la loro eccellenza va ufficializzata! Tutti sanno che l’Unesco, cioè l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (istituito a Parigi il 4 novembre 1946) di anno in anno, compila la lista di ciò che ritiene un patrimonio per l’umanità. A tutt’oggi i siti individuati sono 1121, in 177 Paesi (Italia e Cina sono ai primi due posti), ma i nonni non compaiono!

I nonni sono il più prezioso patrimonio dell’umanità, perché salvano l’infanzia, quindi il futuro del Mondo, e perché mostrano in diretta l’Uomo adulto, quindi l’oggi.

I bambini, oggi, non se la passano bene! È vero che si può dire che mai come oggi i bambini siano stati oggetto di tante attenzioni e cure. Intere industrie alimentari vezzeggiano il loro cervello e il loro stomaco per convincerli a trangugiare ogni cosa. Stilisti famosi pensano a “firmarli” da capo a piedi, nel modo più affascinante e allettante possibile.

La medicina si impegna a proteggere – giustamente – la loro salute fin dalla vita intrauterina, ma forse mai nella storia i bambini hanno trovato tante difficoltà ad essere e a vivere da bambini come oggi!

 

Oggi i piccoli sono spremuti

Questa è l’opinione di Paolo Crepet, noto psichiatra: «Se amassimo davvero i nostri figli, non li costringeremmo a passare le giornate tra studio e piscina, lezioni di nuoto e di violino, palestre e corsi di computer, con il solo scopo di annichilirli».

Oggi i piccoli sono storditi. Storditi da messaggi sproporzionati alle loro possibilità.

 

Oggi i bambini sono disincantati

Senza stupore, senza punti esclamativi. Tutto appare loro ovvio, scontato, poco attraente. «Fin da bambini si sta smarrendo la capacità di fare “Oh!”», notava lo scrittore Vittorio Giovanni Rossi il quale concludeva: «Forse oggi si nasce vecchi!».

 

Oggi i bambini sono digitalizzati

Non sanno allacciarsi le scarpe, ma comandano al computer, navigano su internet, smanettano sui telefonini e sui tablet… Meraviglioso, certo, ma non meno pericoloso!
Così pericoloso che Neil Postman è arrivato a dire che «Oggi in America vi è ben poca differenza tra quelli che definiamo adulti e bambini».

 

I primi 7 anni

Nei primissimi anni dell’infanzia il bambino impara l’ottanta per cento di quanto gli servirà per la vita. Lo psichiatra austriaco Bruno Bettelheim è deciso: «Datemi i primi sette anni e tenetevi tutto il resto!».

Per la psicanalista svizzera Alice Miller: «L’opinione pubblica è ancora ben lontana dall’avere consapevolezza che tutto ciò che capita al bambino nei primi anni della vita si ripercuote inevitabilmente nella società: psicosi, droghe e criminalità sono l’espressione cifrata delle primissime esperienze». Ebbene, gli anni delle radici sono, oggi, sempre più nelle mani dei nonni. Tutte le ricerche concordano nel dire che tre madri su quattro ricorrono ai nonni per la cura dei figli.

Sono soprattutto i nonni che riempiono quella che potremmo chiamare la valigetta invisibile che ognuno di noi porta con sé, come inconscio psichico!

In quella valigetta vi sono tutte le esperienze dei primi anni di vita passati con i genitori e oggi, sempre più, con i nonni. In quella valigetta vi sono le loro coccole, le carezze, i baci. Vi sono i rimproveri, le sorprese della nonna, i giochi fatti con le foglie dell’autunno, i primi calci al pallone, le bolle di sapone, le nevicate, le candele accese nella chiesa grande e silenziosa…

Quella valigetta ha un potere enorme perché contiene tutto il nostro mondo affettivo che ci dà (o non ci dà) la fiducia di fondo in noi stessi e negli altri esseri umani. Ci dà (o non ci dà) il gusto della vita, ben più necessario del gusto del latte.

I lavoratori trasformano il mondo, i poeti lo cantano, i nonni impediscono che vada in frantumi!

 

I NONNI SONO ESSERI SPECIALI

I nonni sono esseri speciali:
mi fan volare anche senza ali.
Con voce dolce sanno raccontare
e la mia mente inizia a immaginare.
Cacciano via la noia e la tristezza
se parlan della loro fanciullezza,
di come era diverso questo mondo
ch’era pur sempre grande e sempre tondo.
Mi donano fiducia e sicurezza,
regalano consigli di saggezza.
Sono felice se sto insieme a loro:
quel tempo speso vale più dell’oro.
Lo sanno tutto il bene che gli voglio?
Oggi lo grido a tutti con orgoglio:
scorrono ore, giorni, mesi e anni
e io sto sempre bene coi miei nonni!

 

Jolanda Restano

 

Fonte: bollettinosalesiano