Francesco invita a conoscere la propria vita

da | 24 Ott 2022 | Giovani

Simone Baroncia

 

Salutando i gruppi di pellegrini durante l’udienza generale in piazza san Pietro papa Francesco ha rivolto il pensiero alla Nigeria, colpita dalle alluvioni: “Penso alle violente piogge che hanno colpito in questi giorni il loro Paese, provocando inondazioni, causando tanti morti, numerosi dispersi e ingenti danni. Preghiamo per quanti hanno perso la vita e per tutte le persone provate da così devastante calamità. Non manchi a questi nostri fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità internazionale”. E non è mancata una preghiera per l’Ucraina: “Torniamo con il pensiero alla martoriata Ucraina e preghiamo per le cose brutte che stanno succedendo: le torture, le morti, le distruzioni”.

 

E proseguendo il ciclo di catechesi sul discernimento il papa ha incentrato la sua meditazione sul tema ‘Gli elementi del discernimento. Il libro della propria vita’

“Nella vita dobbiamo prendere delle decisioni, sempre, e per prendere le decisioni dobbiamo fare un cammino, una strada di discernimento. Ogni attività importante ha le sue ‘istruzioni’ da seguire, che vanno conosciute perché possano produrre gli effetti necessari. Oggi ci soffermiamo su un altro ingrediente indispensabile per il discernimento: la propria storia di vita. Conoscere la propria storia di vita è un ingrediente indispensabile per il discernimento”.

Con sant’Agostino papa Francesco ha sottolineato che la vita è preziosa: “La nostra vita è il ‘libro’ più prezioso che ci è stato consegnato, un libro che tanti purtroppo non leggono, oppure lo fanno troppo tardi, prima di morire. Eppure, proprio in quel libro si trova quello che si cerca inutilmente per altre vie. Sant’Agostino, un grande cercatore della verità, lo aveva compreso proprio rileggendo la sua vita, notando in essa i passi silenziosi e discreti, ma incisivi, della presenza del Signore… Da qui il suo invito a coltivare la vita interiore per trovare ciò che si cerca: ‘Rientra in te stesso. Nell’uomo interiore abita la verità’. Questo è un invito che io farei a tutti voi, anche lo faccio a me stesso”.

 

Conoscere la propria vita significa conoscere anche i propri limiti

“Leggere la propria storia significa anche riconoscere la presenza di questi elementi ‘tossici’, ma per poi allargare la trama del nostro racconto, imparando a notare altre cose, rendendolo più ricco, più rispettoso della complessità, riuscendo anche a cogliere i modi discreti con cui Dio agisce nella nostra vita… Dobbiamo leggere la nostra vita, e così vediamo le cose che non sono buone e anche le cose buone che Dio semina in noi”.

Per il papa il discernimento ha un approccio narrativo

“Il racconto delle vicende della nostra vita consente anche di cogliere sfumature e dettagli importanti, che possono rivelarsi aiuti preziosi fino a quel momento rimasti nascosti.

Per esempio, una lettura, un servizio, un incontro, a prima vista ritenuti cose di poca importanza, nel tempo successivo trasmettono una pace interiore, trasmettono la gioia di vivere e suggeriscono ulteriori iniziative di bene. Fermarsi e riconoscere questo è indispensabile.

Fermarsi è riconoscere: è importante per il discernimento, è un lavoro di raccolta di quelle perle preziose e nascoste che il Signore ha disseminato nel nostro terreno”.

 

Per questo lo ‘stile’ di Dio è discreto

“Il bene è nascosto, sempre, perché il bene ha pudore e si nasconde: il bene è nascosto; è silenzioso, richiede uno scavo lento e continuo. Perché lo stile di Dio è discreto: a Dio piace andare nascosto, con discrezione, non si impone; è come l’aria che respiriamo, non la vediamo ma ci fa vivere, e ce ne accorgiamo solo quando ci viene a mancare”.

Ecco il motivo per cui saper leggere la vita è educativo: “Abituarsi a rileggere la propria vita educa lo sguardo, lo affina, consente di notare i piccoli miracoli che il buon Dio compie per noi ogni giorno. Quando ci facciamo caso, notiamo altre direzioni possibili che rafforzano il gusto interiore, la pace e la creatività. Soprattutto ci rende più liberi dagli stereotipi tossici. Saggiamente è stato detto che l’uomo che non conosce il proprio passato è condannato a ripeterlo”.

 

Ed infine il papa ha consigliato la lettura della vita dei Santi

“Anche le vite dei santi costituiscono un aiuto prezioso per riconoscere lo stile di Dio nella propria vita: consentono di prendere familiarità con il suo modo di agire. Alcuni comportamenti dei santi ci interpellano, ci mostrano nuovi significati e nuove opportunità. È quanto accadde, per esempio, a sant’Ignazio di Loyola… Conoscere cosa succede dentro di noi, conoscere, stare attenti”.

Insomma, il papa ha invitato a conoscere il linguaggio di Dio: “Il discernimento è la lettura narrativa dei momenti belli e dei momenti bui, delle consolazioni e delle desolazioni che sperimentiamo nel corso della nostra vita. Nel discernimento è il cuore a parlarci di Dio, e noi dobbiamo imparare a comprendere il suo linguaggio”.

 

Fonte: Korazym