Le donne nella Bibbia – Rut

da | 27 Feb 2023 | Giovani

– suor Graziella Curti –

 

 

RUT, L’AMICA

Due donne: Rut , l’ “amica” e Noemi la “graziosa”. Due terre: Betlemme, casa del pane, e la campagna di Moab, terra di maledizione. Una storia fragile e commovente, raccolta in un piccolo libro.  Un messaggio umanissimo nelle pagine della Bibbia.

 

Donne migranti

Sullo sfondo del racconto c’è una storia che si ripete anche ai nostri giorni. Un uomo di Betlemme , costretto a migrare dalla terra di Giuda a causa di una grave carestia, torna nella campagna di Moab, dove si scontra nuovamente con l’estrema povertà. Noemi, sua moglie, dà alla luce due figli che sposeranno due donne straniere. Ma lo spettro della fame e della morte incombono nuovamente sulla famiglia. Muore il  marito di Noemi, muoiono i due figli. Rimangono sole, in lutto e povertà, la suocera e le nuore: Rut e Orpa. La situazione è sempre più tragica. Unico modo per sopravvivere è quello di rimettersi in cammino e tornare a Gerusalemme dove, secondo una buona notizia giunta a Noemi, Dio ha di nuovo donato pane e vita al suo popolo. Ma quale speranza per le due vedove moabite? Sono straniere e nessuno se ne farà carico. Noemi decide di congedarle perché possano rifarsi una vita e una famiglia nella loro terra. “Andate- dice loro- tornate ciascuna a casa di vostra madre; il Signore usi bontà con voi, come voi avete fatto con me e con quelli che sono morti”. E di fronte al rifiuto delle nuore continua “Tornate indietro figlie mie, andate!”. Ma le due giovani moabite non si lasciano convincere. La loro relazione amicale sorprende perché contraria ai proverbiali contrasti tra suocera e nuora. Ma dopo tante insistenze da parte di Noemi, Orpa si lascia convincere. Mentre Rut replica : «Non insistere con me perché ti abbandoni – ella dice – perché dove andrai tu andrò anche io, dove ti fermerai mi fermerò. Il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. Dove tu morirai, io morirò e sarò sepolta. Il Signore mi punisca come vuole se altra cosa che la morte mi separerà da te». È una parola assolutamente imprevedibile, fatta di amore assoluto, una decisione che nulla calcola, che nulla scambia. Puro dono. E tuttavia è testimonianza di un amore totalmente umano e terreno; Rut ama in modo incondizionato una persona in carne ed ossa. Non si è convertita al Dio di Noemi, ma poiché ama Noemi fa proprio anche il Dio di quest’ultima. Al Dio di Israele ella perviene attraverso l’amore per questa sua prossima, per il suo prossimo più abbandonato derelitto, disperato. Qui sta il cuore della storia.

 

L’umile spigolatrice

Noemi e Rut giungono a Betlemme e subito la notizia del loro arrivo corre nella città. Le donne vengono a sapere la storia di una fedeltà quasi inconcepibile, soprattutto perché espressa da una straniera, che ha lasciato tutto per seguire la suocera. Si tratta di una donna fedele e coraggiosa che si mette subito a lavorare, secondo il consiglio di Noemi. Dal mattino al tramonto va a spigolare nei campi di Booz, un ricco proprietario di Betlemme che l’accoglie con gentile premura: “Ascolta, figlia mia-le dice Booz- non andare a spigolare in un altro campo; non allontanarti di qui, ma rimani con le mie giovani. quando avrai sete vai a bere dagli orci ciò che i giovani avranno attinto”. Allora Rut si prostra con la faccia sino a terra e chiede: “Come mai trovo io tanta grazia agli occhi tuoi ? da interessarti così di questa straniera?. La cura che Booz dimostra nei confronti di Rut sembra davvero impossibile nei riguardi di una donna di un altro popolo. Ma ancora una volta è stata la bontà che ha cancellato i muri: “ Mi è stato riferito tutto ciò che hai fatto per tua suocera-risponde Booz- dopo la morte di tuo marito: come tu hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese, il tuo popolo per venire in un popolo che fino a ieri non avevi conosciuto”. L’incontro, nato nel rispetto e nella delicatezza, tra Rut e Booz, si sta aprendo all’amore. Secondo il consiglio di Noemi che, sta cercando per la giovane nuora un uomo che la possa riscattare dalla sua vedovanza, in nome della legge dell’evirato, l’umile spigolatrice trascorre una notte sull’aia, ai piedi Booz, che viene decisamente conquistato fino a benedirla. E gli sussurra commosso: “Sii benedetta dal Signore, figlia mia ! Questo tuo secondo atto di bontà è migliore anche del primo perché non sei andata in cerca di uomini giovani, poveri o ricchi. Ora non temere figlia mia”. All’alba, Booz corre alla porta della città e si accorda con il parente più prossimo, cui spetta il diritto di riscatto, acquista il campo di Elimelech ( marito di Noemi) e con esso la possibilità di sposare Rut .

 

Sposa e madre

Così Rut divenne la sposa di Booz; “, Gli partorì un figlio. Egli fu padre di Jesse, padre di Davide. Rut entra nella genealogia del Redentore, del Messia. Vi approda con la sua semplicità, con il suo sguardo innocente e insieme coraggioso. Dio si china sui piccoli e trova la sua dimora nei gesti semplici della vita, secondo la “mistica dell’istante”. Anche Noemi è parte di questa grande felicità. Anche lei è riscattata dal lutto. Sente il figlio di Rut come suo. Se lo pone in grembo e lo nutre. Colei che era nella sofferenza e nel buio, senza prospettive, ora ascolta commossa la profezia delle donne di Betlemme: “Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare un riscattatore perché il nome del defunto si perpetuasse in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia; perché lo ha partorito tua nuora che ti ama e vale per te più di sette figli”. 

Ancora una volta si avvera la parola sacra “nulla è impossibile a Dio” e Rut precorre di secoli Maria di Nazaret nel suo Magnificat, cantando nel suo cuore “ Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore”.

 

Hanno detto di lei

Grazie alla compagnia della giovane Rut, Noemi riscopre il volto promettente di Dio. Succede spesso, anche nelle nostre vite, che lo scarto tra la teoria e la pratica, tra quello che si conosce a proposito di Dio e l’esperienza che se ne fa, sia colmato da persone in carne e ossa. Si può forse dire che, nel caso di Rut e Noemi, l’azione di Dio passi attraverso i sentimenti e gli affetti disinteressati che arrivano fino al dono totale di sé. Dio non agisce solo attraverso i grandi eventi della storia della salvezza, ma si rende presente pure nelle nostre scelte di condivisione e di comunione.

Comunità di Bose

 

Capace di perfetto amore è una straniera in Israele; ella perviene al Dio di Israele solo attraverso l’amore, anzi: l’aver cura concreta del prossimo; questo Dio non è “suo”, poiché mai Dio può trasformarsi in fondamento o possesso, poiché Egli è Voce che chiede di essere seguita e di tutto abbandonare per seguirla; infine, per seguire tale Voce, per “liberarsi” ad essa, occorre forza, energia, occorre apparire anche “violenti” agli occhi di ipocriti e scribi, alla “troppo umana” misura delle loro “leggi”.

Massimo Cacciari- filosofo, saggista, politico

 

Se vuoi conoscere il Dio biblico, non cercarlo soltanto nel creato, nei profeti e nel roveto ardente; cercalo anche nelle parole e nei gesti di Noemi, Rut e Booz. Sta anche qui l’infinita, meravigliosa laicità vera della Bibbia, che è una grande epifania di Dio tramite epifanie di uomini e di donne, che nell’esercizio ordinario della loro umanità ci hanno detto qualcosa di importante su Dio – e continuano a dircelo ancora.

Luigino Brunieconomista con interessi biblici

 

Che meraviglia quando tra donne sboccia l’amicizia! Cosa può fermarle? La forza di due donne provate dal dolore e unite dall’amore supera ogni barriera. Supera pregiudizi e ostilità. Proprio la straniera è l’amica. Proprio la relazione più criticata come quella tra nuora e suocera, diventa emblema di gratuità…. La casa di Davide e del Messia è costruita da donne che sanno costruire ponti di amicizia, al di là dei pregiudizi.
Non potrebbe essere una donna l’autore del libro di Rut, così sovversivo e solidale?

Elena Bosetti- docente di esegesi alla Gregoriana