La fatica di credere

da | 29 Set 2015 | Giovani

La fede cresce con te e in te,  in relazione con le esperienze belle e meno belle della tua vita, e non fermare la tua ricerca di Dio, in fondo lui non smette di cercare te.

“Aridità e tenebre… tutto mi è penoso. Anche la santa Messa, anche la preghiera, anche la meditazione, e tutto!! Devo aggrapparmi alla fede. Se almeno sentissi un pochino che Gesù mi ama!”
(Charles de Foucauld).

Sono cresciuto in una parrocchia, ho fatto oratorio, partecipato alla Caritas, colletta alimentare, tornei di calcio, basket, pingpong; ho “subìto” centinaia di ore di catechesi, ho incontrato tanti gruppi giovanili cristiani, tante “associazioni”, “movimenti”… Nonostante tutto questo sono arrivato a un momento della vita in cui “non sento nulla”. Capisci? Spiritualmente intendo… Dio, non lo sento. Quella carica che i momenti e le cose e le persone mi davano, è sparita. Che faccio?

“Girando per il mondo ho visto tanta gente, e tanta di questa gente faceva o aveva fatto questa stessa esperienza. Certamente non una bella esperienza, l’aridità.
E’ un’esperienza di perdita, un’esperienza di poco riconoscimento di se stessi, forse, non so. Quello che so è che tanta di questa gente possiamo identificarla con tanti giovani e anche tanti adolescenti. Questo giusto per dire che si fa tanto parlare dei giovani, che non pensano a niente… magari non lo danno a vedere, magari non pensano sempre, ma quando pensano si scavano dentro. Proprio così, come te, amico mio. Come te che ti sei scavato dentro e ti sei scoperto “arido”. Ma non temere: c’è un momento particolare della nostra vita, in cui ci sentiamo “aridi”, le nostre sicurezze iniziano a vacillare, le colonne della nostra fede sembrano non più tanto solide. Tante volte anche io ho detto e ho sentito dire “non sento più nulla”, non so perché sono cristiano, perché vado a messa, perché vado al catechismo. Qualcuno come al solito attacca la “società”, sostiene sia colpa del fatto che il cristianesimo è diventato solo un fatto “culturale”, che si è cristiani per tradizione, che non si capisce realmente l’importanza del dono che abbiamo ricevuto.

Io credo che non sia così.

Siccome vivo, studio, faccio oratorio e catechesi in medio oriente sono a stretto contatto con la comunità cristiana di questa terra. Qui essere cristiani è essere una minoranza, spesso perseguitata. Dovrebbe essere quindi più facile in questo contesto rendersi conto che la fede non è tanto scontata, che saresti potuto nascere in una famiglia musulmana o ebrea (non che questo sia un male in sé) ma invece sei nato cristiano. Che la tua fede ti porta ad essere “controcorrente” rispetto alla maggioranza, che hai una visione di Dio che è totalmente diversa rispetto a quelli che ti circondano. Qui non dovrebbe esserci questo problema, ma invece c’è, anche qui molti degli adolescenti che ho incontrato mi hanno detto “non sento più nulla”.

Mi sono allora convinto che questa aridità rientra in quella grande rivoluzione chiamata adolescenza, nel momento della “desatellizzazione”, quando un ragazzo decide di liberarsi di tutte le persone di cui è satellite, di tutte le persone di cui è dipendente, di tutte le idee che gli sembrano imposte. Ti vedo, sai?! Lo so che tu stai leggendo e pensi “ma figurati, a me non è successo/non succederà.” Ma ti sbagli. Nessuno è esente! Anche perché, bello mio, sono cose che fai senza neanche accorgertene. Succedono e basta, è naturale.
Poi un giorno ti guardi dentro e pensi “come ci sono arrivato qui?” Succede spesso nella vita, nel bene e nel male. E sappi che ci sei arrivato camminando. Quindi, nel modo giusto!

Ora ti tocca questo momento, il momento della ricerca di indipendenza, ed è in questo preciso momento che si deve creare anche una “autonomia spirituale”. È il momento di prendere in mano le redini della propria fede, ma come fare?

Lo vedi che non lo sai manco tu?!

Prega!

No, aspetta, io non sento nulla, non so che sto a fare in una chiesa, e tu mi chiedi di pregare?

Si, è strano ma è così. Anche se crediamo che la preghiera abbia la funzione di far “cambiare” le idee a Dio, in realtà quelli che cambiano siamo noi. Si tratta di cambiare il modo di vedere le cose, guardare il mondo con gli occhi di Dio (conviene dare una lettura all’articolo della preghiera del pigiama). Anche se pregare è difficile, e lo è maggiormente nei momenti di aridità, è necessario mantenere la relazione con Lui, infondo è l’unico che può irrigare la nostra aridità! Don Bosco diceva «La preghiera, ecco la prima cosa, non si comincia bene se non dal cielo».

Vivi le occasioni di Grazia!

E quali sarebbero le occasioni di Grazia? Le cose che si fanno in chiesa? Ma il mio parroco è noioso e i ritiri che organizzano in oratorio sono sempre la stessa frittata…

Di ritiri noiosi e ripetitivi ne abbiamo visti molti, ma quante volte abbiamo colto l’occasione per crescere in questi momenti? Avere la possibilità di vivere un momento di ritiro è un’occasione grande, c’è la Parola di Dio, il silenzio, una persona con cui parlare della tua vita di fede, la possibilità della confessione… tante volte dopo aver “attinto” alla preziosità di un ritiro mi sono detto… ecco la risposta che cercavo! E messe con omelie soporifere? non ne parliamo eh? Ma quante volte ascoltiamo la Parola che viene proclamata?
Quante volte arriviamo a messa sapendo “più o meno” di cosa parlerà il Vangelo?

Parla con qualcuno che reputi “affidabile”

E chi?

Guardati intorno, sono sicuro che troverai almeno una persona che tu reputi “un credente”. Soprattutto se è un animatore non aver paura di invitarlo a prendere un caffè e chiedigli di aiutarti a capire le cose che non ti sono chiare (e digli di pagare il caffè già che ci sei). Se non trovi nessuno chiedi al tuo parroco, al tuo incaricato dell’oratorio, chiedi ad un salesiano o un altro sacerdote che hai conosciuto in passato.

E alla fine… non abbandonare la ricerca!

“Un uomo che smette di cercare è un uomo che sceglie di aspettare la morte”. La fede deve crescere con te e in te, essere in relazione con quello che vivi, con le esperienze belle e meno belle della tua vita. Fai qualsiasi cosa ma non fermare la tua ricerca di Dio, in fondo lui non smette di cercare te. E diffida da quelli che non hanno mai crisi nella fede: spesso vuol dire che non hanno una vera relazione con Dio. Le relazioni sono fatte di litigi, perché mai non dovresti litigare con Dio?

Buona fortuna!