Ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai…

Ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai…

Molti, prima di noi, si sono trovati costretti, improvvisamente, a compiere un viaggio duro e difficile. Qualcuno è stato capace di farne tesoro e ha trovato, dentro a quell’inferno, un senso, una luce, un bene.
I ragazzi della 3^ Liceo Economico Sociale di Varese hanno vissuto la pandemia in compagnia di Dante e si sono fatti aiutare da lui a “dare la caccia” al bene possibile.
Ne è nata una originale caccia al tesoro.

Marzo 1300 – Dante
Marzo 2020 – Noi

 

E così capita che un giorno, all’improvviso, Dante si trova a dover compiere un viaggio.

Un viaggio inaspettato, lungo, faticoso, spaventoso, in luoghi ignoti. “Nel mezzo del cammin di nostra vita”… Dante aveva 35 anni, più o meno si trovava a metà della vita media di un uomo del 1300.
Noi chi 80, chi 5, chi 16, chi 40.
Tutti, di qualsiasi età. Stesso viaggio. Inaspettato, improvviso, lungo, faticoso, spaventoso, in luoghi apparentemente conosciuti, come la nostra casa, la nostra famiglia, ma scoperti essere in gran parte ignoti.

Eccoci qui, tutti, in una selva oscura, come Dante.

Alla fine del suo viaggio, il Poeta ci vuole raccontare dove è stato, cos’ha visto, cos’ha provato. E ci dice che in quell’angoscia, in quello smarrimento, in quello sgomento ha trovato del bene.

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ ho scorte.

Inferno I, 1-9

 

Abbiamo dunque provato a farci accompagnare da Dante dentro il suo e dentro il nostro viaggio, alla scoperta del bene, come una grande caccia al tesoro.
Ad ogni “ben” trovato da Dante, corrisponderà un “bene” trovato da noi.
Ogni bene, un indizio verso il tesoro, il Bene più grande.

Comincia il viaggio.

Marzo 1300 – Dante
Marzo 2020 – Noi

PARTENZA – Purificarsi

Qual è il fine del viaggio per Dante?
È la sua e nostra salvezza. Come se Dante dicesse: “Questo viaggio mi ha fatto ritrovare me stesso, mi ha aperto al senso, alla felicità, mi ha purificato da una vita infettata dal male. Voglio indicare la strada anche a voi”.

Le misure prese per cercare di evitare la propagazione del virus stanno aiutando a purificare l’ambiente.
Il periodo che stiamo vivendo ci obbliga a passare quasi tutto il tempo con noi stessi e questo può essere un modo per aiutarci a riflettere e purificare noi stessi dalle abitudini scorrete e da rapporti che non ci facevano stare bene.

1° INDIZIO – La primavera

Temp’era dal principio del mattino,
e ‘l sol montava ‘n sù con quelle stelle
ch’eran con lui quando l’amor divino

mosse di prima quelle cose belle;
sì ch’a bene sperar m’era cagione
di quella fiera a la gaetta pelle

l’ora del tempo e la dolce stagione;
ma non sì che paura non mi desse
la vista che m’apparve d’un leone.

Inferno I, 37-45

L’inizio del viaggio di Dante avviene in primavera e la luce del sole gli fa sperare di poter superare la prima fiera che incontra, la lonza.
Anche noi ci troviamo all’inizio della primavera, e la luce del sole ci aiuta a vivere meglio le giornate, infatti dicono che i raggi solari siano un antidepressivo naturale.

 

2° INDIZIO – Chiedere aiuto

Mentre ch’i’ rovinava in basso loco,
dinanzi a li occhi mi si fu offerto
chi per lungo silenzio parea fioco.

Quando vidi costui nel gran diserto,
«Miserere di me», gridai a lui,
«qual che tu sii, od ombra od omo certo!».

Inferno I, 61-66

“Miserere”! È la prima parole che Dante personaggio pronuncia nel poema. E’ la capacità, nelle situazioni difficili di chieder aiuto, è la coscienza che da soli non possiamo farcela, che abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Così l’Italia ha chiesto aiuto a molti paesi e il loro aiuto è stato fondamentale.
Ciascuno di noi deve abbandonare il proprio egoismo e cercare, nel suo piccolo, di aiutare le persone. In questo caso, possiamo aiutare tutto il paese semplicemente stando a casa.

 

3° INDIZIO – I legami

Ond’ io per lo tuo me’ penso e discerno
che tu mi segui, e io sarò tua guida,
e trarrotti di qui per loco etterno;

[…]

E io a lui: «Poeta, io ti richeggio
per quello Dio che tu non conoscesti,
a ciò ch’io fugga questo male e peggio,

che tu mi meni là dov’ or dicesti,
sì ch’io veggia la porta di san Pietro
e color cui tu fai cotanto mesti».

Inferno I, 112-115; 130-136

La capacità di chiedere aiuto crea legami. Tra Dante e Virgilio nasce affetto, sintonia, amicizia. E nasce nel momento più difficile della vita del Poeta.
L’Italia ha chiesto aiuto e alcuni Paesi hanno risposto.
Commovente l’aiuto dall’Albania. 30 tra medici e infermieri a sostenere la fatica e il lavoro dei nostri. Ha detto il presidente albanese Rama: “Siamo tutti italiani, l’Italia è ormai casa nostra, da quando i nostri fratelli e sorelle italiani ci hanno salvato, ospitato e adottati in casa loro. Stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile. Non siamo privi di memoria, non possiamo non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non abbandonano mai un proprio amico in difficoltà”.

 

4° INDIZIO – La preghiera

Donna è gentil nel ciel che si compiange
di questo ‘mpedimento ov’ io ti mando,
sì che duro giudicio là sù frange.

Questa chiese Lucia in suo dimando
e disse: — Or ha bisogno il tuo fedele
di te, e io a te lo raccomando —.

Lucia, nimica di ciascun crudele,
si mosse, e venne al loco dov’ i’ era,
che mi sedea con l’antica Rachele.

Disse: — Beatrice, loda di Dio vera,
ché non soccorri quei che t’amò tanto,
ch’uscì per te de la volgare schiera?

Non odi tu la pieta del suo pianto,
non vedi tu la morte che ‘l combatte
su la fiumana ove ‘l mar non ha vanto? —.

Inferno II, 94-108

Maria si accorge che Dante ha bisogno. Prega Santa Lucia di intervenire, la quale si rivolge a Beatrice, invitandola a soccorrere colui che l’ha tanto amata. Di preghiera in preghiera l’aiuto arriva a Dante. Ma non è un gancio improvviso che lo tira fuori dalla selva. Dio si fa vicino attraverso una presenza che lo accompagnerà dentro il dolore, la sofferenza, la fatica, ma anche la gioia sua e dell’umanità. Prima è Virgilio, poi è Beatrice, poi San Bernardo.

Anche oggi si alzano preghiere da tutto il mondo, dagli uomini di tutte le religioni. A cominciare da Papa Francesco, che prega che si aiutino i più deboli e perché possiamo attraversare questo buio con la certezza che c’è una presenza che ci accompagna, che si rivela anche in quelli che lui ha chiamato “i santi della porta accanto”: preti, medici, infermieri e infermiere disposti a dare la vita per servire l’altro. 

 

5° INDIZIO – La solidarietà

Dunque: che è? perché, perché restai,
perché tanta viltà nel core allette,
perché ardire e franchezza non hai,

poscia che tai tre donne benedette
curan di te ne la corte del cielo,
e ‘l mio parlar tanto ben ti promette?

Inferno II, 121-126

Dante ha bisogno di coraggio per partire e Virgilio gli spiega che ben tre donne si sono mosse dal cielo per essere solidali con lui e per aiutarlo.
Nella nostra situazione attuale ognuno cerca di essere solidale e, per incoraggiarci a vicenda, si trovano sempre nuovi modi, dai flashmob ai post sui social, al  sentire i propri amici, i propri parenti, i propri fidanzati, anche solo con le chiamate. Questo aiuta a trovare sempre un pretesto per non mollare, per riuscire a superare questi giorni difficili con speranza.

 

6° INDIZIO – La mano tesa

E poi che la sua mano a la mia puose
con lieto volto, ond’io mi confortai,
mi mise dentro a le segrete cose.

Inf. III, 19-21

Dante e Virgilio devono passare per la porta dell’inferno. Il poeta è terrorizzato dalle parole terribili che legge scritte sulla porta. Virgilio, allora, gli sorride, lo prende per mano e gli dà il conforto necessario per proseguire il cammino.

Il sorriso dei nostri amici dietro lo schermo di un pc o di un cellulare, le videochiamate e le chiacchierate infinite di questi giorni ci hanno dato forza, ci hanno dato conforto, ci hanno permesso di passare dentro la sofferenza e la paura.

 

7° INDIZIO – La guida

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

Inferno III, 49-51

Nell’Inferno Dante ha l’aiuto di Virgilio che gli insegna cosa deve fare, in questo caso non sprecare parole per parlare degli ignavi. Gli insegna come deve comportarsi per arrivare alla fine del viaggio e per trarre tutti i benefici da questa esperienza.
La scuola, in questo tempo, ci sta insegnando le stesse cose, ci sta aiutando a capire i passi da fare e a scoprire un senso dentro la sofferenza.

 

8° INDIZIO – Un luogo di tranquillità

Venimmo al piè d’un nobile castello, 
sette volte cerchiato d’alte mura, 
difeso intorno d’un bel fiumicello.                                

Questo passammo come terra dura; 
per sette porte intrai con questi savi: 
giugnemmo in prato di fresca verdura.                       

Genti v’eran con occhi tardi e gravi, 
di grande autorità ne’ lor sembianti: 
parlavan rado, con voci soavi.  

Inferno IV, 106-115

È il castello degli spiriti magni, dove si trovano le anime di pagani che si distinsero particolarmente nella vita. Questo luogo, pur essendo nell’inferno. offre a Dante un senso di tranquillità.

La stessa tranquillità ce la stanno offrendo le nostre case, in questi giorni di ansia e di paura.

 

9° INDIZIO – Insieme per vincere

Allor distese al legno ambo le mani;
per che ‘l maestro accorto lo sospinse,
dicendo: «Via costà con li altri cani!».

Inferno VIII, 40-42

Filippo Argenti, nella palude dello Stige, cerca di rovesciare la barca dove ci sono Dante e Virgilio: i due fanno di tutto per liberarsi di lui.

Oggi, in questo inferno, più persone, in tutto il mondo, si sono messe insieme per sconfiggere il nemico comune: Covid-19

 

10° INDIZIO – Ce la possiamo fare

O frati”, dissi “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
de’ nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l’esperienza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

Inferno XXVI, 112-117

Con questa breve orazione Ulisse convince i suoi compagni a tentare un’impresa, che per loro, sarà fallimentare.

In questa situazione il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto diversi discorsi per convincere il popolo italiano a non cedere nell’impresa di contrastare il virus con comportamenti responsabili.

 

11° INDIZIO– La dignità

Considerate la vostra semenza: 
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza.

Inferno XXVI, 118-120

Se ciò per cui siamo fatti è chiaro, se si cerca un senso e uno scopo, se si cerca di seguire la virtù e la conoscenza, anche il viaggio dentro questa pandemia può essere fatto con forza e dignità.

 

12° INDIZIO– Il raggiungimento di un obiettivo

Quante ‘l villan ch’al poggio si riposa,
nel tempo che colui che ‘l mondo schiara
la faccia sua a noi tien meno ascosa,
come la mosca cede a la zanzara,
vede lucciole giù per la vallea,
forse colà dov’ e’ vendemmia e ara:
di tante fiamme tutta risplendea
l’ottava bolgia, sì com’ io m’accorsi
tosto che fui là ‘ve ‘l fondo parea.

Inferno XXVI, 25-33

Questa metafora, a mio parere, è tra le più belle contenute nella Divina Commedia. Dante paragona quello che vede alla vista di un contadino che, dopo una giornata di arduo lavoro e fatiche, si riposa ammirando il tramonto e le lucciole che illuminano il prato. Il poeta aveva appena terminato una scalinata molto faticosa, tanto da aggrapparsi con le mani ed avanzare carponi. La cima per lui era una meta, un traguardo, e tutti noi sappiamo cosa si prova a raggiungere un obiettivo perseguito a lungo: soddisfazione, allegria, felicità, libertà, orgoglio…

Mi sento orgoglioso di me stesso quando porto la spesa a casa dei miei nonni per evitare loro di uscire.
Mi sento soddisfatto di me stesso quando so di stare contribuendo al calo dei contagi.
Mi sento libero quando mi tolgo la mascherina una volta tornato a casa.
Mi sento allegro e felice quando chiamo i miei parenti di Lodi e mi fanno sapere che stanno tutti bene.

 

IL TESORO – Le stelle

Le stelle. I desideri. I sogni. L’Amore. Sono il motore del mondo.
Non ci basta sconfiggere il Covid-19. Vogliamo essere felici.
In questo viaggio abbiamo apprezzato l’amicizia, la solidarietà, la casa, la famiglia, la dignità, la scuola, la compassione, la mano tesa, la preghiera, la soddisfazione nel raggiungere un obiettivo. Questa è la strada. Da qui vogliamo ripartire.

Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,

salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Inf. XXXIV, 133-139

 

 Studenti 3^ Liceo Economico Sociale “Maria Ausiliatrice” – Varese