Sei un dilettante! (… come Dio)

Di Annalisa Teggi

 

Per cominciare bene la settimana partiamo da qui: ogni giorno ricominciamo da capo, partiamo dall’imperfezione che è capacità di vita.

Ci sono parole che usiamo per sminuire gli altri o noi stessi e che invece sono enormi complimenti, ma non ce ne accorgiamo. Quando qualcuno fa qualcosa in modo rudimentale gli diciamo: «Sei un dilettante!». E nelle nostre intenzioni è come dirgli: non ci fai fare, sei poco esperto. Sappiamo che il calciatore professionista è superiore a quello dilettante, o che gioca a livello amatoriale.

Eh già! Amatoriale… Cosa significa la parola dilettante? In inglese e francese si dice «amatuer». Il dilettante è l’uomo che fa le cose perché ama farle, senza un utile da ricavarne o senza secondi fine. In principio Dio creando il mondo è stato un amateur, un dilettante: ha creato perché amava quel che creava, non aveva l’occhio del professionista ma dell’amante… non c’erano grafici che lo spronavano a fare certe cose perché ne avrebbe ricavato un profitto.

Certo, essere esperti di qualcosa è bellissimo, ma rimanere dei dilettanti nell’anima è fondamentale. E qui entra in gioco un’altra parola bellissima, ma che spesso usiamo al contrario di un complimento: «Sei un principiante!».

Scrive la badessa del monastero di Viboldone, Maria Ignazia Angelini:

Siamo una comunità che mette a tema l’imperfezione nel senso che ogni giorno ricominciamo da capo, partiamo dall’imperfezione che è capacità di vita; anche se per 30 anni, magari, compi gli stessi gesti ogni giorno devi ricominciare da capo, come se dovessi impararli nuovamente.
(da Mentre vi guardo, Einaudi, 2013)

Ecco, quello della badessa è uno sguardo meraviglioso perché ci dice che l’imperfezione, l’essere segnati dall’errore, non è una macchia nera ma un’occasione: l’inciampo ci permettere di essere dei principianti, cioè gente che può sperimentare la gioia dell’inizio proprio riguardo alle cose fondamentali della vita che se procedessero lisce e perfette finirebbero nell’indefinita dimenticanza della noia. È questa la sfida: sei una creatura imperfetta, e per fortuna!, così ogni nuovo giorno non è il seguito inerte del precedente, ma è un nuovo inizio.

 

Fonte: Aleteia