Adolescenti violenti

Di Davide Giancristofaro Alberti

 

Sta facendo discutere e non poco, il cosiddetto “caso Varese”, tredicenni bulli, compresi anche ragazze, che stanno compiendo una serie di azioni criminali, e i loro genitori che di fatto li difendono.

A puntare i riflettori sulla vicenda è il Corriere della Sera, che ricorda come non si tratti di una “pianificazione e la strategia operativa da banda, ma estemporanee azioni da predatori di strada; non l’obiettivo prefissato di un dichiarato bottino quali scarpe oppure giubbotti di marca, ma il depredare quel che capita”. Del gruppo fanno parte anche 12-13enni, non imputabili quindi (e loro ben lo sanno), provenienti da famiglie di vario tipo, e sia italiani quanto stranieri, per lo meno, marocchini ed egiziani nati e cresciuti nel nostro Paese.

Una zona, quella di Varese, ed in particolare fra Saronno e Gallarate, che negli ultimi mesi è stata teatro di varie risse fra giovanissimi, azioni che sono proseguite anche dopo la fine dei lockdown causati dal covid.

“Il materiale che abbiamo esaminato – scrive il quotidiani di via Solferino – fa emergere rapine improvvisate: per esempio un gruppo composto da una decina di unità transita in un giardinetto, così come a bordo di un treno delle Nord e all’esterno di una scuola, incrocia un coetaneo, lo assale”. Il tutto ha quindi una tempistica istantanea, in base ai luoghi e alle circostanze.

 

IL CASO VARESE, FRA BABY RISSE, FURTI E I GENITORI ASSENTI

Dalle carte emerge inoltre come le vittime vengano di fatto perseguitate dopo la rapina: “E’ avvenuto che le vittime venissero inseguite, con la costante minaccia alle spalle di starsene zitti e di nulla dire a casa”.

E come detto sopra, c’è poi da fare i conti con le reazioni dei genitori, che una volta avvisati dell’azione criminale compiuta dal figlio, e invitati a recarsi in commissariato, contemplano “gran fastidio per esser stati disturbati; oppure, in una frequenta tecnica di neutralizzazione di un comportamento deviante, se la prendono con le forze dell’ordine colpevoli, a loro dire, di aver esagerato, di aver preso di mira dei bravi educati ragazzini”.

Eppure il caso è serio, gli episodi sono molti, e secondo gli inquirenti e gli addetti ai lavori, urge un profilo di rieducazione, vista l’assenza di auto-disciplina e auto-controllo, e soprattutto la quasi totale assenza di figure educazionali di riferimento.

 

Fonte: ilsussidiario