Spiritualità: 10 consigli per la preghiera

Di Padre Andrea Gasparino

 

1. Entrare in rapporto “ io-tu” con Dio, chiamandolo Padre, Papà.

La prima regola è dunque questa: nella preghiera realizzare l’incontro della mia persona con la persona di Dio. Un incontro di persone vere. Io, vera persona, non un automa, e Dio percepito come persona vera. Il rapporto “io-tu” è fede.

Consigli pratici: è importante nella mia preghiera che io usi poche parole, povere, ma ricche di contenuto.

 

2. Instaurare una comunicazione affettuosa con Dio.

La preghiera non è uno svolazzo di fantasia, ma un lavoro della mente. Il cuore e la mente sono gli strumenti diretti per comunicare con Dio. Se fantastico, se mi ripiego sui miei problemi, se dico parole vuote, se leggo, non comunico con Lui. è lo Spirito Santo che aiuta in questo difficile lavoro interiore, invocandolo.

Consigli pratici: è importante che lo sguardo sia rivolto più a Dio che a noi. Poche parole, molto cuore, l’attenzione tesa a lui, in una quieta serenità e calma.

 

3. Imparare a ringraziare.

Nessuno può dire di non essere capace di ringraziare; anche chi non ha mai pregato è capace di farlo. Dio chiede la nostra gratitudine perché ci ha fatti intelligenti. La preghiera di ringraziamento ci aiuta ad allenare la fede e a coltivare in noi il senso di Dio. Bisogna solo controllare che il “grazie” esca dal cuore.

Consigli pratici: interrogarsi sovente sui doni più grandi che Dio ci ha fatto. sono: la vita, l’intelligenza, la fede. Ma i doni di Dio sono tanti e tra loro ci sono i doni di cui non abbiamo mai ringraziato.

 

4. Fare della preghiera un’esperienza di amore.

Esistono tante gradualità nella preghiera. Se è solo un discorrere con Dio, è preghiera ma non la migliore. Finché a Dio parliamo soltanto, diamo ben poco, non siamo ancora nella preghiera profonda. così, se ringraziamo, se imploriamo, è preghiera, ma la migliore consiste nell’amare. La preghiera, inoltre, dovrebbe maturare in noi decisioni concrete per la vita. allora, più che un amare, diventa un lasciarsi amare da Dio.

Consigli pratici: legare spesso la preghiera a questa domanda: «Signore, che cosa vuoi da me? Signore, sei contento di me? In questo problema qual è la tua volontà?».

 

5. Far scendere la potenza di Dio nelle nostre viltà

Pregare è amare nelle situazioni concrete. E ciò significa specchiarci nelle nostre realtà quotidiane (doveri, difficoltà, debolezze), confrontandole con schiettezza con la volontà di Dio; significa poi chiedere con umiltà e fiducia la forza di Dio, per portare avanti coraggiosamente i nostri doveri come Dio vuole.

Consigli pratici: la preghiera è preparazione, luce e forza per l’azione. riflettere, decidere, implorare: sono questi i tre tempi della nostra preghiera, se vogliamo sperimentare la forza di Dio nelle nostre difficoltà.

 

6. Passare dalla preghiera di “semplice presenza” alla concentrazione profonda

La preghiera di semplice presenza, o preghiera di silenzio, consiste nel mettersi davanti a Dio eliminando parole, pensieri e fantasie, sforzandosi nella calma solo di essere presenti e attenti a Lui.

Consigli pratici: pregare in luogo raccolto, gli occhi chiusi, immersi nel pensiero della presenza di Dio che ci avvolge. Curare la compostezza e la calma.

 

7. Mettersi in ascolto

Occorre capire che il personaggio-chiave della preghiera non sono io, ma Dio. Egli non parla a gettoni, o quando lo esigiamo noi, parla quando vuole Lui; ma ci sono dei segni abbastanza chiari se siamo nel giusto. Dio, quando parla, non va mai contro il buon senso e contro i nostri doveri.

Consigli pratici: l’ascolto si può fare interpellando umilmente Dio su un problema che ci assilla, oppure cercando la luce di Dio attraverso la scrittura.

 

8. Pregare anche con il corpo

Non possiamo mai prescindere del tutto dal corpo quando preghiamo. Il corpo influenza sempre la preghiera, perché influenza ogni atto umano, anche il più intimo. Il corpo o diventa strumento della preghiera, o diventa ostacolo.

Consigli pratici: è importante iniziare la preghiera dal corpo, richiedendogli una posizione che aiuti la concentrazione. La posizione non è preghiera, ma aiuta la preghiera. Occorre curarla.

 

9. Valorizzare il luogo, il tempo, il fisico.

Non dobbiamo sottovalutare il luogo, il tempo, e la posizione fisica.

– IL LUOGO. Si può pregare in qualunque posto, ma non in qualunque posto riesco a concentrarmi con la stessa facilità.

– IL TEMPO. Il mattino, la sera, la notte, sono i periodi in cui la concentrazione riesce più facile.

– IL FISICO si crea le sue leggi e si adatta anche alle leggi che noi gli proponiamo. Quando c’è un malessere di salute, bisogna rispettarlo: non si lascia la preghiera, ma è importante cambiare metodo.

Consigli pratici:. Devo crearmi un angolo di preghiera nella mia casa o a mia portata di mano.

 

10. Fare del “Padre nostro” la nostra preghiera.

Se Gesù stesso ha voluto darci una formula di preghiera, è logico che la facciamo diventare la preghiera preferita su tutte le preghiere. Devo approfondire questa preghiera, usarla, venerarla. Le due parti in cui è diviso il Padre nostro contengono un richiamo importante: essere attenti alle esigenze di Dio, poi alle nostre.

Prima guardare a Lui, poi a noi.

 

Fonte: Donboscoland