Come i media raccontano l’Africa?

di Costantino Coros

 

Con lo sport si possono battere tutti gli stereotipi favorendo l’inclusione.

Questo è il cuore del messaggio lanciato a Roma presso la sede del Coni in occasione della presentazione della terza edizione di “Africa MEDIAta”, realizzata da Amref Italia in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia. Dati e analisi su come e quanto i media italiani raccontano l’Africa e gli africani. Per l’edizione di quest’anno il focus speciale è stato dedicato a due eventi sportivi: i Giochi Olimpici di Tokyo e la Coppa d’Africa. Sotto la lente anche i profili social delle squadre di A, per monitorare le tematiche dell’identità e della lotta al razzismo.

L’evento è stato aperto da un monologo di Sonny Olumati, artista e attivista del movimento Italiani senza cittadinanza, afrodiscendente nato nella Capitale, ma ancora senza passaporto italiano. L’attivista, insieme ad altri ballerini, si è esibito in una performance di breakdance, prossima disciplina ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Olumati ha ricordato che in Italia ci sono ancora circa 877mila alunni e alunne nati in Italia senza cittadinanza.

 

C’è bisogno dell’aiuto di tutti per promuovere una narrazione dell’Africa e degli africani corretta. Un’Africa che non è quella stereotipata, semplicistica, pietistica che purtroppo ancora a volte viene narrata, ma un’Africa invece più complessa, più ricca, più problematica magari, ma con grandissime risorse” ha detto Paola Crestani di Amref Health Africa – Italia. “Per questo serve l’aiuto dei media, così come quello delle istituzioni, della politica, ma anche delle persone comuni. Tra queste metto anche chi pratica sport e i campioni sportivi. La loro testimonianza e supporto è fondamentale per combattere qualsiasi tipo di stereotipo anche il razzismo legato al colore della pelle”.

 

Un rapporto pieno di spunti quello di MEDIAta. Dall’analisi delle prime pagine di sei testate dal primo marzo 2021 al 28 febbraio 2022, l’Africa è apparsa in media, ogni mese, 16 volte. Per il 68% le news raccontano l’Africa (qui) con notizie ambientate in Italia o in altri Paesi occidentali. Il restante 34% è dedicato a raccontare l’Africa (là) dal suo interno.

“Guerra e terrorismo” la categoria di notizie più presenti. Stessa percentuale di “Africa qui” e “Africa là”, la si trova nei notiziari di prima serata dello stesso periodo, a ribadire che al di fuori delle situazioni come le migrazioni o le emergenze, il silenzio sull’Africa è quasi assoluto.

 

L’Africa nei Giochi Olimpici di Tokyo è stata analizzata attraverso i programmi tv, la stampa e i social network di atlete/i di origine africana. Su 384 atleti della delegazione italiana, 21 avevano origine africana o afroamericana. Nel complesso, la narrazione sportiva ha dimostrato di saper restituire un’immagine dell’Africa e degli africani o afrodiscendenti molto più favorevole rispetto a quella che domina in altri ambiti informativi. I temi correlati alla narrazione sono l’accoglienza, l’inclusione sociale e la multiculturalità. La Coppa d’Africa disputata in Camerun nei mesi di gennaio e febbraio 2022, ha ricevuto per la prima volta un’ottima copertura giornalistica e televisiva in Italia.

 

A margine dell’incontro, l’Olimpionica dell’atletica leggera, Maria Benedicta Chigbolu, ha espresso la speranza che: “In una società multiculturale sia normale il fatto di essere nero, giallo, bianco. Nello sport non vediamo differenze tra un atleta e l’altro. Spero che questo diventi normalità anche per tutte le altre persone, ovvero sapere che siamo in una società multiculturale. In futuro mi auguro che non ci sia più bisogno di fare campagne di questo genere perché ciò vorrà dire che siamo riusciti a superare gli stereotipi”.

 

Riguardo al binomio social e calciatori, tra i 70 atleti africani e afrodiscendenti che giocano in Serie A, sono quattro quelli che ricoprono ruoli da protagonista nei profili Instagram delle 20 società: Osimhen, Abraham, Koulibaly, Kessié. Le rappresentazioni di questi giocatori non si differenziano da quelle degli altri. I canali social delle società sportive non veicolano luoghi comuni e stereotipi, ma potrebbero sfruttare maggiormente le proprie potenzialità per promuovere apertamente messaggi e iniziative contro il razzismo. Suggerisce Africa MEDIAta.

 

Vanessa Djiogap, terzino destro della squadra di pallamano B. Cellini di Padova ha concluso dicendo che: “Alla fine di questa mattinata posso dire di essere molto contenta. Ho sentito bellissime parole e ottimi propositi. So che la situazione del razzismo in Italia sta migliorando. Si vede anche dallo sport. Infatti, ci sono molti atleti che fanno parte della nazionale. Spero che con il tempo questa situazione migliori ancora. I presupposti sono molto positivi”.

 

 

Fonte: vita