“Le cose piccole portano al cielo”

– Redazione –

 

 

Nella ricorrenza annuale della festa di madre Mazzarello proviamo a riprendere una delle sue lettere. Sappiamo che la Madre non ha scritto molto e che non ha scritto trattati, ma lettere. Nei suoi scritti emergono quindi le cose che più le stanno a cuore, in particolare le attenzioni e le raccomandazioni che fa alle sorelle. Con cuore di madre si rivolge a ognuna e cerca di aiutare tutte a rimanere centrate su ciò che più importa: l’amore a Gesù, il carisma, Maria, i tratti più importanti della fisionomia delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

In questo anno giubilare possiamo riprendere la lettera numero 23, in particolare il paragrafo 3, e lasciarci accompagnare da madre Mazzarello nella riscoperta di alcuni temi a lei cari: il paradiso e la quotidianità.
La lettera 23 è indirizzata alla comunità di Las Piedras, in Uruguay, aperta da pochi mesi e contiene esortazioni e consigli rivolti alle suore. Nel paragrafo 3, la Madre scrive:

Abbiate grande confidenza nella Madonna, essa vi aiuterà in tutte le vostre cose. Siate osservanti delle S. Regole anche nelle cose più piccole, che sono la via che ci conduce al cielo. Conservate per quanto potete lo spirito di unione con Dio, state alla sua presenza continuamente.

 

La via che ci conduce al Cielo

Più volte i nostri Fondatori sono tornati sulle Costituzioni definendole come via sicura per il paradiso.
Anche in questa lettera, madre Mazzarello le cita e rivolge subito lo sguardo al Cielo, alla mèta ultima, alla festa del paradiso. Come don Bosco, anche lei aveva sempre nel cuore la certezza che la nostra vita non ha una fine, ma un fine: la comunione col Signore. A una novizia in America scrive: «Coraggio! Dopo pochi giorni di combattimento, avremo il Paradiso per sempre» (L 18,3).
In diverse occasioni possiamo cogliere questa sua tensione al paradiso, per lei il passare delle ore porta all’incontro con lo Sposo. L’incontro è ardentemente desiderato, ma anche atteso nella consapevolezza che sarà il momento in cui verrà fatta verità sulla nostra vita, su quanto avremo amato, scrivendo alle missionarie dice: «Pensate che il tempo passa in America come in Italia, presto ci troveremo a quell’ora che dovrà decidere della nostra sorte» (L40, 3).

L’anno giubilare che stiamo vivendo ci ricorda che la nostra speranza è certa, che non delude, perché la nostra speranza è Cristo stesso.
Con questa certezza nel cuore ci mettiamo in pellegrinaggio per passare la porta santa e lasciarci rinnovare dalla grazia per essere sempre più figli, sempre più nella comunione col Padre.

 

Le cose “piccole”

Con lo sguardo rivolto al paradiso, nelle vicende di ogni giorno, non c’è differenza tra cose piccole e cose grandi, tutte ci conducono al Cielo, tutte possono essere fatte con amore. Ogni incarico, ogni gesto, ogni parola come ogni silenzio, possono essere vissuti nel dono e nell’amore. Fin da subito Main ha questa certezza, tanto che ricordiamo la sua massima: “Ogni punto d’ago sia un atto d’amor di Dio”

Con questo stile il quotidiano diventa tempo abitato nell’amore verso il prossimo, un tempo che non opprime con la sua routine, ma diventa luogo in cui, giorno dopo giorno, costruire e intessere relazioni, gesto dopo gesto, cercando di far trasparire in ogni cosa un amore più grande, per essere segno ed espressione dell’amore di Dio per ogni persona che incontriamo.

Il giubileo che stiamo vivendo è un anno straordinario, un anno di grazia, un evento di Chiesa che ha un inizio e una chiusura.  Ma questo anno straordinario ci è dato anche per imparare a vivere bene le cose ordinarie, per portare in ogni giornata la consapevolezza della speranza che ci attende e del bene che possiamo costruire ogni giorno.